Nuova ala dell’Ospedale Parini, pronto il preliminare: “Struttura a misura umana”

12 Settembre 2012

"Umanizzare la nuova struttura": è stato questo il criterio, rivendicato dall’architetto del Cspe di Firenze, Giulio Felli, sul quale si è basata la progettazione della nuova ala est dell’ospedale di Aosta. "Non ci siamo limitati ad una semplice operazione di ingegnerizzazione del vecchio progetto del 2004 – continua – ma abbiamo adottato una serie di accorgimenti, come quelli di portare la luce naturale in ogni singolo spazio di lavoro, grazie ad una serra in vetro sul lato sud, e di prevedere il 50% di camere singole per la lungo degenza".

Ieri, martedì 11 settembre, la Seconda commissione consiliare di Aosta ha avuto modo di confrontarsi con il preliminare e di dare una prima occhiata ai rendering, che mostrano come apparirà la nuova struttura una volta ultimata. La prossima settimana la commissione si riunirà di nuovo per votare il progetto e nel prossimo consiglio comunale del 25-26 settembre si approverà definitivamente questo passaggio.

Nell’assemblea di oggi sono state ribadite alcune scelte, che caratterizzano l’ultima versione dell’opera: "Grazie ad un ponte sopraelevato tra la nuova ala e la vecchia struttura, via Ginevra resterà aperta al traffico – afferma Felli – a questo passaggio se ne aggiungono altri tre sotterranei, destinati allo spostamento automatizzato dei carrelli".

I parcheggi restano due: uno nell’area dell’ex Mont-Blanc da 500 stalli, l’atro a sud, traslato ad est della nuova ala e coperto da un area verde, da 421 posti. "Sarà disponibile un tunnel pedonale sotterraneo tra i due parcheggi e con l’ospedale – continua – ed è prevista più avanti la costruzione di altri due piani, ancora più in basso, per i veicoli". E’ tramontata, poi, l’ipotesi di un ulteriore parcheggio su via Saint-Martin-des-Corléans.

Il vecchio mauriziano fungerà da Day Hospital, eccetto la parte nord, che sarà destinata al reparto psichiatrico al piano terra e ai reparti per l’infanzia, al primo e secondo piano. "Abbiamo diviso i reparti secondo l’intensità di cura – spiega Felli – disponendo tutte le lungodegenze nell’ala nuova" "Le camere dei ricoverati – continua – daranno tutte verso l’esterno e avranno finestre lunghe, sprovviste di parapetto".

A sud del vecchio mauriziano, non è più previsto un edificio autonomo per i reparti di infanzia e neonatalità: "abbiamo dovuto rinunciare per ora – spiega Felli, interrogato sulla questione da Michele Monteleone – ma non è detto che tra quattro anni, magari con una maggiore disponibilità di denaro, non si possano fare delle variazioni".

"Avremmo anche voluto demolire alcune superfetazioni del vecchio edificio – continua – ma lo si potrà fare più avanti: in ogni caso abbiamo previsto nel progetto la possibilità di costruire altre due sale operatorie, e altre stanze per i macchinari di radiologia". L’amministratore della Coup Paolo Giunti ha poi ricordato "la demolizione del reparto degli infetti, sul lato ovest del vecchio edificio, per far posto ad un area di accesso per i camion dei rifornimenti".

Il consigliere Iris Morandi si è detta "preoccupata dell’incombenza e della maestosità della nuova struttura, che potrebbe avere un forte impatto visivo, oltre che del molto rumore, delle polveri e dei condizionamenti sulla vita degli abitanti, nel momento in cui saranno attivi i cantieri". Per Felli "le altezze della nuova ala sono assimilabili a quelle del vecchio mauriziano e la smaterializzazione dell’edificio sul lato sud, grazie ai vetri della serra, diminuirà l’impatto".

"Per le polveri e i rumori – continua – vi invito a vigilare attentamente, anche se basterà imporre alle imprese di fare i lavori utilizzando tecnologie avanzate, come quella di chiudere in maniera più svelta possibile l’edificio all’esterno, per poter poi lavorare da dentro". Giunti è poi voluto tornare sulla opportunità di avere un ospedale nel centro città: "Ultimamente è di nuovo questa la tendenza perchè i tempi di degenza media sono in calo e arriveranno presto a tre giorni, il cittadino moderno perciò ha un dialogo intenso con l’ospedale, ma ci resta poco".

"Per questo motivo – spiega – non ha più senso farlo fuori città, perchè si intensificherebbe una domanda di trasporti che avrebbe molti costi". Non è daccordo Gianpaolo Fedi: "In uno scenario del genere, si finisce col gravitare di più intorno alla struttura, in una zona già molto ingolfata come via Roma". 

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