Alla fine, probabilmente, sono rimasti tutti scontenti. Tranne uno. Da una parte Alpe e Partito Democratico hanno cercato di istigare il Popolo della Libertà a rivendicare il proprio spazio in maggioranza e allo stesso tempo gli stessi esponenti del PdL hanno sperato fino all’ultimo che dai banchi della Giunta si aprisse qualche spiraglio per loro. Tutte aspirazioni deluse, perché il presidente della Regione, Augusto Rollandin, non è cascato nella rete tesa dal centro sinistra, ma non si è nemmeno esposto con promesse per il gruppo che aspira a diventare parte della maggioranza, capitanato da Massimo Lattanzi.
Tutto è partito da una mozione di PD e Alpe, discussa oggi in Consiglio Valle, che chiedeva di fare chiarezza sulla “configurazione dell’attuale maggioranza politica” e ad Alberto Zucchi e ad Enrico Tibaldi a dimettersi, rispettivamente, dalle cariche di presidente di commissione consiliare e di vice presidente dell’assemblea. “Le dichiarazioni del gruppo del PdL – ha detto Roberto Louvin, di Alpe – non lasciano spazio a dubbi: «Se ci verrà richiesto a contribuire al programma lo faremo. Su certi temi la maggioranza è già allargata».” “Bisogna uscire allo scoperto – ha detto Louvin – e dare conto della situazione politica reale. Abbiamo visto toni molto irruenti che poi si sono progressivamente attenuati, in modo particolare dopo le elezioni comunali”.
La discussione fa fatica a decollare, ma alla fine per il PdL interviene Enrico Tibaldi: “L’oracolo di Brusson ci dirà se il perimetro della maggioranza è stato allargato. Questa risoluzione è di buon auspicio per mettere un punto fermo”. E aggiunge: “Nel 2008 il PdL è stato eletto come una lista autonoma collocandosi all’opposizione. E noi in questa fase siamo ancora forza di opposizione”. Gli fa eco Massimo Lattanzi: “Per la prima volta si parla in modo aperto sulla situazione del rapporto fra forze autonomiste e PdL”.
E’ lo stesso Rollandin a smorzare le attese. “La discussione in atto non deve ascoltare oracoli” dice. “Abbiamo una collaborazione aperta per chi vuole lavorare per il bene della Valle d’Aosta – sottolinea il presidente della Regione – è chiaro che il PdL ha un peso maggiore perché governa a Roma, ma ripeto che gli accordi si definiscono in sede politica”. Il vaticinio dell’oracolo, dunque, non è così netto: le trattative dovranno essere portate avanti dalle segreterie politiche.
Rollandin, visibilmente di buon umore oggi, non rinuncia a una stoccata rivolta ad Alpe e PD. “Mi avete chiesto di fare chiarezza e a questo ho risposto. Allora vi invito a ritirare la mozione: o c’è un non senso in quello che chiedete o voi siete a caccia di poltrone”.
Chi, nei banchi del centro destra, si aspettava un cenno di apertura è rimasto certamente a bocca asciutta. E il Popolo della Libertà, con un segnale in chiaro scuro, si è astenuto al voto sulla mozione che chiedeva, altre ai lumi sull’assetto politico, anche le dimissioni dei loro esponenti dalle cariche interne del Consiglio regionale. La mozione è stata respinta con i soli voti delle forze del centro autonomista.