Una legge a rischio di incostituzionalità e soprattutto una legge che non salverà tutti i precari. Cosi in un post sul suo blog Enrico Tibaldi, consigliere regionale del Pdl, commenta l’approvazione da parte dell’Assemblea consiliare della legge regionale 20 dicembre 2010, n. 44 quella che ha dato vita alla “Spa salva precari”.
Tibaldi elenca le contraddizioni e le incognite della legge, a suo dire, ben conosciute da politici e sindacati.
Innanzitutto “la bufala dell’emergenza” ovvero “l’emergenza viene così addossata sulle spalle dello Stato cattivo che, con la legge 122, impedisce di continuare ad abusare del lavoro precario nella P.A” quando in realtà secondo Tibaldi l’anomalia dei tanti precari che “orbitano nell’Amministrazione regionale è tutta valdostana”.
Questi precari, sempre secondo Tibaldi, sarebbero “un business per politici e sindacati”. “Sono persone che sono state mantenute nella condizione di precarietà per anni, sulla base di precise volontà politiche….perché conviene al sistema politico (e anche a quello sindacale, complice silente del primo)”.
Altro punto dolente della legge riguarda il ruolo politico del Presidente della Regione, “straripante sia nell’indicazione degli organi amministrativi e di controllo della Spa sia nelle formule originali di assunzione del personale temporaneo orbitante nella P.A. valdostana.”
Infine “il rifiuto ad aprirsi al mercato privato” e la possibilità che non tutti i precari vengano salvati sono gli ulteriori elementi negativi della scelta della Regione di dotarsi di questa Spa. “Ma quanti precari riusciranno a cadere sul materasso di questa società? – si chiede Tibaldi – a domanda precisa rivolta in Commissione, il presidente della Regione ha ribadito che qualche sacrificio sarà necessario anche in Valle d’Aosta. Senza fare cifre o indicare percentuali, il dato è inequivocabile: non sarà possibile salvare tutti i lavoratori.”