Primi scossosi in Casa Uvp a poche ore dal varo della nuova maggioranza. Luciano Caveri e Claudio Brédy, entrambi soci fondatori del Movimento (Brédy fu anche il primo Presidente) e membri del Conseil de Direction annunciano in una nota l’uscita da Uvp "per rispetto verso i principi e coerenza verso i cittadini che scelsero Uvp come spinta al cambiamento del sistema vigente" .
I due che hanno già comunicato la scelta all’attuale presidente Luigi Bertschy ricordano come "in questi mesi abbiamo sempre evitato – per senso di responsabilità – di intervenire pubblicamente sull’evoluzione della situazione politica valdostana, anche quando pareva che, malgrado le smentite, si stesse ormai andando verso una destinazione già preordinata".
Brédy e Caveri parlano, quindi, di Realpolitik: "Ora risulta chiaro come la linea della novità rispetto al governo della Valle d’Aosta, che ci aveva consentito di accettare anche l’idea di compromessi a condizione che contenessero sostanziali cambiamenti attraverso un nuovo progetto politico che prendesse atto della fallimentare gestione amministrativa dell’attuale governo, avviando di conseguenza un processo per un profondo cambiamento dei vertici e degli assetti del governo stesso, sia stata definitivamente abbandonata".
I due soci fondatori del Leone dorato definiscono quindi l’entrata di Uvp in maggioranza come la "quarta gamba" della Giunta Rollandin "anche in contraddizione con il documento congressuale che escludeva operazioni simili all’ingresso del PD nella maggioranza regionale".
Per Caveri e Brédy il prossimo rimpasto di Giunta, "con un programma che contiene certamente diverse azioni condivisibili" arriva con la stessa "leadership al vertice (che incarna anche un sistema)" e per questo "comporta un’insanabile incoerenza con quanto affermato sin dalla sua nascita. Oltre al paradosso di sentir parlare, fuor di contesto, di misericordia e di pentimento".
La preoccupazione è che nell’accordo rientri il "Sì" alla riforma costituzionale Renzi, "mentre elementari ragioni di rispetto della democrazia e dei nostri ideali federalisti rendono assolutamente convincenti le ragioni del "No"".
"Per questo, serenamente, per rispetto verso i principi e coerenza verso i cittadini che scelsero UVP come spinta al cambiamento del sistema vigente, rimasto esattamente lo stesso di quattro anni fa, per non dire che sia persino peggiorato, annunciamo la decisione di lasciare Uvp – concludono Caveri e Brédy – Lo facciamo con grande dispiacere e senza polemiche personalistiche, ritenendo che formule di "grande coalizione" rafforzino solo l’attuale situazione di stallo della politica valdostana, al di là di quello che viene presentato come un successo "per il bene della comunità" ed invece pare essere solo un deludente epilogo di cui non vogliamo essere compartecipi".