Sarà Augusto Rollandin a guidare la Compagnia valdostana delle acque, la spa di proprietà regionale che gestisce gli impianti idroelettrici in Valle. La designazione è stata fatta ieri da Finaosta che ha recepito le indicazioni dell’Esecutivo regionale.
Un incarico che ha sollevato numerose polemiche da parte delle forze politiche. Renouveau Valdôtain, il cartello di Unionisti ?dissenzienti?, afferma per voce di Franco Vallet di apprendere ?senza sorpresa la nomina di Augusto Rollandin alla presidenza della Cva? a conferma che nulla è cambiato, né può cambiare, dopo il congresso dell’Union valdôtaine.
Di occupazione ?manu militari? parla Vallée d’Aoste Vive. ?La preoccupazione dei valdostani consapevoli dell’importanza economica e strategica – si legge in una nota degli arancioni – del settore idroelettrico per la sua ormai definitiva occupazione da parte della politica unionista e in particolare della corrente rollandiniana è forte e giustificata?.
Duro anche il comunicato dei Verdi che definiscono la decisione della Giunta regionale ?l’ennesima conferma della degenerazione del sistema politico valdostano?. Secondo il partito ambientalista, i consigli di amministrazione e le presidenze delle società pubbliche continuano ad essere decisi sulla base dei criteri di spartizione, lottizzazione, occupazione decisi dai partiti della maggioranza regionale.
La Compagnia valdostana delle acque, nata nel 2001, ha registrato nel bilancio 2005 un utile netto di 51 milioni di euro contro i 48 milioni di euro dell’anno precedente.
La una produzione di energia elettrica è di 2 miliardi 776 milioni di Kwh, pari all’1% della produzione nazionale. La quota sul mercato libero del gruppo CVA, in cui l’azienda si colloca come l’undicesimo operatore del settore, e’ del 3,3% con una proporzione di 4,2 miliardi di Kwh. La Compagnia valdostana delle acque oggi è un gruppo che controlla altre 3 società per la commercializzazione dell’energia e che conta circa 300 dipendenti.
Attualmente l’azienda, di proprietà interamente regionale, gestisce 29 centrali idroelettriche sul territorio, cioè il 95% degli impianti attivi, acquisiti dall’Enel e dallo stabilimento Cogne.