E’ stato aggiornato al 28 settembre prossimo il processo d’appello per il delitto di Cogne che ieri si è concentrato sull’eventualità di disporre dei test neurologici sull’imputata, Annamaria Franzoni, anche se ieri l’avvocato difensore Carlo Taormina ha già annunciato che la mamma di Cogne non darà il proprio consenso. Punto dolente perché i test di cui si è parlato ieri a Torino che rappresentano un approfondimento del quadro neurologico della Franzoni, richiederebbero, in quanto complessi, la collaborazione della stessa. Proprio su questo punto la Corte sarà chiamata a prendere una decisione il prossimo 28 settembre.
Pur senza la solita calca di pubblico e presenza di giornalisti, forse per l’assenza della Anna Maria Franzoni, la tredicesima udienza ha visto momenti di tensione tra accusa e difesa. L’avvocato difensore Taormina, affiancato dal marito della Franzoni Stefano Lorenzi, aveva chiesto la perizia su una presunta macchia sul selciato di fronte alla villa di Cogne, macchia mai fotografata,richiesta comunque respinta dal presidente Romano Pettinati.
Gli immancabili momenti di tensione non si sono fatti attendere. Altro elemento scatenante oltre alla richiesta di ulteriori test neurologici è stata la richiesta del procuratore generale Corsi di acquisire una copia della denuncia che i coniugi Lorenzi depositarono il 30 luglio 2004 contro un uomo residente a Cogne, Ulisse Guichardaz, lasciando intendere che poteva essere l’assassino. Taomina è andato in escandescenza perché lo riteneva un atto segreto che non doveva essere in possesso di Corsi che ha sua volta ha spiegato la quella denuncia era stata gestita dal suo ufficio e dal suo capo, il procuratore generale del Piemonte e della Valle d’Aosta, Gian Carlo Caselli. Sulla questione Taormina ha infine rivelato che su quella denuncia è stato avviato un procedimento, alla procura di Aosta, che sarà anche bloccato, “ma ancora non è stato formalmente chiuso”.