L’ultima volta l’allarme è stato lanciato a luglio, quando, a causa dei continui smottamenti, sono state vietate per alcuni giorni le ascensioni dal versante italiano del Cervino.
I mutamenti climatici in atto, infatti, stanno provocando una serie negativa di reazioni a catena, in primis lo scioglimento dei ghiacciai, che rende instabile e soggetto ad erosione il terreno non più coperto dalla neve.
La riduzione del volume dei ghiacciai provoca inoltre una riduzione dell’acqua immagazzinata e delle risorse idriche che scendono a valle.
Ieri mattina, nella sala della biblioteca regionale di Aosta, è stato affrontato proprio questo argomento, nel corso della presentazione del libro “Valle d’Aosta, figlia dei ghiacciai – Miti, realtà ed evoluzione dei ghiacciai valdostani”.
La redazione del libro, alla quale hanno collaborato i maggiori esperti italiani e stranieri in glaciologia, si colloca nell’ambito delle attività condotte dalla “Cabina di regia dei ghiacciai valdostani? della Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur.
Dall’incontro è emerso che i 250 ghiacciai valdostani recensiti, che coprono una superficie di 160 mila chilometri, pari al 5% della sua superficie totale, stanno arretrando a un ritmo inquietante, pari a diverse decine di metri all’anno, e rischiano di scomparire entro il prossimo secolo.
Per il momento la Cabina di regia sta monitorando quaranta ghiacciai valdostani, aggiornando periodicamente la ?banca dati glaciologica valdostana?, una sorta di catasto che sarà consultabile su Internet fin dal mese di febbraio prossimo.