Courmayeur con il 57,16%, La Thuile con il 60,19%, Pré Saint Didier con il 56,53% e Ayas con il 62,81% sono gli unici quattro comuni in Valle d’Aosta dove ha prevalso il «SI» al referendum popolare confermativo della legge di modifica della seconda parte della Costituzione italiana approvata dal Governo di centrodestra. In tutti gli altri comuni è stato il NO a imporsi. Un risultato che rispecchia quanto avvenuto a livello nazionale dove Isole, Sud e il Centro hanno bocciato chiaramente la proposta di cambiare la seconda parte della costituzione. Vittoria dei no anche al Nord con le uniche eccezioni di Veneto e Lombardia, dove i SI si sono imposti rispettivamente con il 55,3 e 54,6% dei voti. In Valle d’Aosta l’affluenza al voto è stata del 50,52% pari a 50.822 elettori.Il No ha ottenuto il 64,3% e il Si 35,7%. Dati alla mano il ?NO? ha ottenuto un plebiscito nel comune di Rhemes- Notre- Dame con il 94,74% dei voti. Ad Aosta i No si sono attestati sul 66,13% pari a 9850 aostani, in 5045 invece hanno optato per il SI. Tra gli altri comuni Il NO ha ottenuto il 65,26% a Pont Saint Martin, il 54,41% a Saint Vincent, il 63,76% a Sarre, il 59,75 a Chatillon, il 68,63 a Saint Christophe, il 61,28% a Morgex.
I primi commenti politici
Il risultato del referendum è giudicato positivamente dal presidente della Regione Luciano Caveri, che parla ora di reinserimento del principio dell’intesa con i Consigli regionali per le riforme degli Statuti speciali. Per Caveri è, infatti, necessario «evitare cambiamenti unilaterali degli Statuti da parte del Parlamento nazionale».
Per i parlamentari valdostani Roberto Nicco e Carlo Perrin, «Il centrodestra aveva caricato il referendum di un significato politico, ora avrà capito che il cambiamento continua in tutto il paese». «Gli italiani – per i due parlamentari – hanno detto no ad una riforma confusa, pasticciata e contraddittoria e ora dobbiamo metterci al lavoro per giungere ad una modifica della Costituzione il più possibile condivisa».
Nicco e Perrin chiedono però al Governo Prodi di assumere, al più presto, un provvedimento «che sancisca il principio di intesa con i Consigli regionali per la modifica degli Statuti». A tal proposito ricordano che dagli stessi parlamentari valdostani «é già stato depositato un disegno di legge in tal senso ed è quindi opportuno che inizi l’iter».
La salvaguardia del principio dell’intesa del resto è uno dei punti dell’accordo elettorale che i due parlamentari hanno sottoscritto in avvio di campagna elettorale con l’Unione e con Prodi.
Anche il Presidente del Consiglio Ego Perron ha espresso il proprio compiacimento per l’esito dello scrutinio che «evidenzia una precisa volontà della popolazione che non solo si è attivata per recarsi alle urne, ma anche detto “no” alle modifiche sulla Costituzione, così come erano state imposte».
«Il successo del no – prosegue Perron – permetterà ora di ripartire verso una profonda riflessione in grado di portare a una revisione della Carta sì, ma attraverso un ampio confronto, senza imposizioni e decisioni unilaterali. Così come si è espresso il Consiglio nell’ultima riunione, è necessario ora ritrovarsi intorno a un tavolo, dibattere sulle parti da modificare, ma con una larga maggioranza che possa condividere le scelte, sentite anche le Regioni, in particolare quelle a Statuto speciale». «La Valle d’Aosta è stata contraria alle modifiche costituzionali – sottolinea il Presidente Perron – perché la nostra volontà è quella di arrivare a un vero spirito federale e federalista, che riconosca il fondamento e il valore delle regioni a Statuto speciale. Dovrà essere rispettato il principio dell’intesa senza dubbi o interpretazioni particolari. Vogliamo poter essere protagonisti delle modifiche e l’auspicio è che l’attuale Governo Prodi intenda, in modo chiaro e inequivocabile, intraprendere la strada del dialogo e del confronto con le specificità etniche e linguistiche».
La Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra in una nota manifesta la propria soddisfazione per l’ampia vittoria del NO al referendum sulla riforma costituzionale approvata dalla destra nella passata legislatura. «La grande partecipazione al voto – si legge – rafforza il significato politico della vittoria del NO contro una riforma che il 61% degli italiani ha giudicato confusa, pasticciata e pericolosa sotto l’aspetto dei diritti e delle tutele».
La Gv-Ds sottolinea inoltre con soddisfazione il dato della Valle d’Aosta, «dove il NO ha prevalso con il 64% dei consensi, confermando la sensibilità della nostra regione a difesa della Costituzione nata dalla Resistenza e la volontà di respingere il falso federalismo votato dalla destra senza alcun confronto con i territori e i poteri locali. Il risultato fa anche riflettere in vista della revisione dello Statuto di autonomia, che dovrà essere ammodernato con un ampia condivisione delle forze politiche e non a colpi di maggioranza».
Anche Azione Sociale con Alessandra Mussolini «plaude alla rottamazione della modifica costituzionale imposta dalla Lega in barba a ogni logica solidaristica e nazionale». Ad evidenziarlo Giancarlo Borluzzi che specifica come sia «salutare la sparizione della cosiddetta ?intesa? Stato-regioni autonome per la modifica dei loro Statuti: tale assurdità avrebbe creato contenziosi tra lo Stato obbligato a cancellare l’ attuale integralismo culturale (visti gli artt. 2 e 3 della Costituzione, non disattendibili da forzature degli artt. 5 e 6) e un’Union Valdotaine obbligata, per squallide ragioni di bottega, a difendere l’ imposizione erga omnes della francofonia quale elemento falsamente unificante 120 mila residenti assolutamente eterogenei e con caratteristiche opposte a quelle buffamente evidenziate da 60 anni nello statuto rossonero che alleati e Casa delle Libertà per calcolo non osano contestare».