Impronte umane risalenti ai Salassi scoperte durante gli scavi per il nuovo ospedale

Le tracce umane ascrivibili ai Salassi, gli antichi abitanti della piana di Aosta, sono state riconosciute, al di sopra di un originario piano di frequentazione, nella porzione di cantiere dove prima sorgeva la Palestra Coni.
Società

"Una scoperta eccezionale relativa ad un’epoca importante per la Valle d’Aosta". Così Gaetano De Gattis, dirigente regionale, ha annunciato oggi a margine della consueta conferenza stampa del venerdì, il ritrovamento, nell’ambito dei lavori di scavo archeologicamente assistito per il nuovo ospedale, di impronte umane risalenti alla seconda età del Ferro. Le tracce umane ascrivibili ai Salassi, gli antichi abitanti della piana di Aosta, sono state riconosciute, al di sopra di un originario piano di frequentazione, nella porzione di cantiere dove prima sorgeva la Palestra Coni. 

"In quest’area lo scavo – hanno spiegato i tecnici regionali – ha messo in luce una sequenza di piani adibiti ad attività agricole, fertili depositi forse trasportati da vicini ruscelli, sui quali sono bene riconoscibili ripetute tracce di aratura. Nell’ultimo di questi livelli, un terreno limoso, sono rimaste impresse le impronte di almeno due individui e numerose orme di animali che, protette da un potente livello di frana, si sono conservate fino ai nostri giorni, nonostante l’erosione provocata da ruscellamenti di acque superficiali". 

Per arrivare alla scoperta, ha ricordato De Gattis, sono state messe in campo tutta una serie di indagini preliminari. "Avevamo identificato – spiega la dott.ssa Framarin – una zona che avrebbe potuto avere delle tracce importanti del passato. Succede più facilmente che all’esterno della città romana si possano rinvenire riscontri delle civilizzazioni che hanno preceduto quella romana perché i lavori romani nella conca hanno cancellato le tracce degli abitanti del posto. La prosecuzione dello scavo non potrà ora che confermare e precisare meglio l’epoca di queste impronte attraverso il ritrovamento di ceramiche o altri elementi datanti che andranno a dare una chiave cronologica a queste impronte".

La scoperta non andrà a ritardare l’iter dei lavori. Infatti è attualmente in corso di studio un sistema di documentazione dei ritrovamenti, con la realizzazione di calchi e la riproduzione tridimensionale dei resti, che potranno essere in seguito esposti in uno spazio appositamente predisposto nel museo di Saint-Martin-de-Corléans. 

"L’applicazione delle norme di tutela – ha spiegato il Sovrintendente ai Beni culturali, Roberto Domaine – da una parte  favoriscono la realizzazione di opere e dall’altra l’apprendimento e la conoscenza e la scoperta di percorsi storici della nostra Valle. Questo si gioca nel rispetto delle norme e dei ruoli."

La scoperta, ha ricordato il Presidente della Regione, Rollandin "andrà ora ad arricchire il ben noto patrimonio storico della regione, ampliando inoltre l’offerta turistico-culturale del territorio".

 

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