La Renaissance est morte, vive la Renaissance.
A mettere la pietra tombale sull’unità di intenti tra le componenti della minoranza in Consiglio Valle – già ampiamente minata dalle trattative che hanno portato alla coalizione per Centoz Sindaco di Aosta e che recentemente si sta frammentando verso nuovi equilibri in Piazza Deffeyes – ci ha pensato la serata di ieri sera, all’Hôtel des États di Piazza Chanoux.
Una serata di incontro tra l’opposizione in Regione – e già un incontro a quattro sembrava sospetto, visti i rapporti ondivaghi tra Alpe, UVP, M5S e PD – e gli insegnanti per raccogliere dalla ‘base’ le istanze sulla tanto contestata riforma della scuola in agenda del Governo Renzi. Formalmente. Informalmente l’imboscata al capogruppo ed ex-segretario PD Raimondo Donzel era allestita.
“Questa serata è un momento di ascolto – ha spiegato Laurent Viérin, UVP –, un incontro con le forze di opposizione per parlare di riforma e riuscire a valorizzare il sistema scolastico valdostano. L’idea è quella di salvaguardare il nostro modello e se possibile migliorarlo”.
Anche Chantal Certan, Alpe, è sulla linea: “Oltre alle dichiarazioni su ‘tavoli di confronto’ l’assessore (Rini, ndr) non si è ancora mossa. In questi anni non abbiamo visto nessuna programmazione, che scuola ha in mente chi governa? “
Il filo è teso, la trappola è pronta.
È il turno infatti di Donzel: “Il tentativo è quello di modificare una riforma, senza affossarla. Sono assolutamente contrario al fatto che il Dirigente valuti chi sia un bravo insegnante e chi no, però questo è ormai il criterio applicato al pubblico impiego”.
Gli insegnanti in sala – una sala gremita, c’erano almeno 120 persone – insorgono, Donzel diventa l’obiettivo degli strali dei presenti, tacciato di essere in accordo con la riforma, di fatto con Renzi stesso.
Donzel però non si lascia intimidire e incalza: “Ci sono milioni di euro spesi per l’assunzione di personale”. Le proteste non si placano, e tocca, in ordine, a Stefano Ferrero del MoVimento 5 Stelle che esordisce attaccando a spada tratta: “La politica ha parlato fin troppo, gli insegnanti no. Il M5S considera questa riforma una porcata. Un Preside-sceriffo che sceglie senza criteri è una reminiscenza fascista. Sono loro a dover essere selezionati all’inizio”.
Boato del pubblico, scroscio di applausi. Il filo è stato tirato, la trappola è scattata.
Gli interventi, di insegnanti, rappresentanti dei Sindacati, Dirigenti in aula sono tutti rivolti a Raimondo Donzel.
“Non ti arrabbiare Raimondo – arringa Alessia Démé del SAVT-École – ma qui non c’entra la destra o la sinistra, dobbiamo decidere cosa fare noi in Valle o accettare che non si possa fare niente”.
E Donzel risponde seccamente: “Non sono arrabbiato, non voglio gettare fumo negli occhi a chi non sarà assunto”.
“La scuola è da riformare, ma non con questo metodo. Ci vuole concertazione, discussione, non ricattare col discorso delle 100mila assunzioni. Non possono essere un ricatto per smantellare la scuola” è la posizione di Katya Foletto, FLC-CGIL.
Qualcuno lo arringa: “Due settimane fa eri in Piazza con gli insegnanti contro la riforma”.
In aula anche qualche Dirigente: “Lavorare con i collegi docenti, con gli insegnanti – spiega l’ex Sovrintendente all’Istruzione Patrizia Bongiovanni – è la parte gratificante del nostro lavoro. Perché le riforme non toccano mai i programmi, o un Esame di Maturità già nato vecchio?”.
Spazio, naturalmente anche agli insegnanti: “Ci lamentavamo di Berlusconi – attacca una di loro – questo è suo figlio illegittimo. Ma come fai a difendere questo buffone proprio tu, da insegnante?”.
In chiusura Ferrero arringa ancora la platea: “La ‘marchetta’ del Senatore Lanièce, la clausola di salvaguardia, non servirà a niente. Il MoVimento 5 Stelle farà da tramite tra voi e i nostri deputati e senatori. Non è vero che i soldi non ci sono, per la scuola privata li hanno trovati”.
Problema, questo, atavico nel mondo della scuola pubblica. Altro scroscio di applausi.
Donzel chiude, laconico. La serata è stata intensa per lui, la ‘spaccatura’ con una delle basi elettorali storiche del PD, gli insegnanti, è dolorosa. “Se passa la riforma la ricaduta sul territorio regionale sarà pesante. Noi stiamo lavorando per evitare che succeda, abbiamo riferito al Senatore Lanièce che il concetto della clausola è troppo debole”.
Gli strascichi della spaccatura politica si vedranno presto. La Renaissance est morte, vive la Renaissance. Per la ‘rinascita’ della scuola, invece, bisognerà aspettare ancora.