La Comunità dei Walser di Gressoney, che in Valle d’Aosta raggruppa circa 1.600 persone, ha ufficialmente invitato, nelle parole del sindaco Aldo Comé, Benedetto XVI a fare visita alla popolazione ” che parlano il dialetto titsch e il dialetto toeitschue”.
“Facciamo un appello – ha detto Comé – perché il Papa, se lo considera opportuno, venga a trovarci. Ci farebbe molto piacere, abbiamo le stesse radici”.
Sono molti i doni che nel frattempo giungono a Les Combes per il nuovo Pontefice. Tra questi proprio la comunità Walser ha voluto omaggiare l’illustre ospite di un vocabolario titsch-italiano e toitschue-italiano. Titsch e toitschue sono i due dialetti germanici che si parlano tra St. Jean, Trinité e Issime, i comuni valdostani dove i Walser giunsero nel Medioevo dalla Svizzera, dove si erano fermati scendendo dalla Germania. La lingua Walser fu messa al bando dal fascismo e soltanto dagli anni ’60 del secolo scorso e’ cominciata una riscoperta culturale.
“Se il Papa accogliesse l’invito – spiega Elide Squindo, presidente del Centro di cultura Walser – sarebbe già pronto un menù tipico da fargli gustare: carni salate per antipasto, per primo gli chnefflene, cioé degli gnocchetti di pasta conditi con burro e speck, per secondo la selvaggina di queste parti e come dolce chienchene, in italiano bugie, che si usano per matrimoni, capodanni e feste importanti”. Dall’organizzazione e dal seguito del Papa però per ora nulla trapela sulla possibilità che Benedetto XVI risponda all’invito con una visita.