La violinista di Sarre protagonista del successo mondiale Lord of the Dance

04 Giugno 2023

Giada Costenaro è una ragazza di Sarre classe 1986. Da bambina, all’età di 6 anni, inizia a suonare il violino e da allora non ha mai smesso. Il suo lungo percorso inizia con i corsi Suzuki presso l’Istituto Musicale di Aosta: Giada studia per oltre dodici anni musica classica, ma col passare del tempo la passione per l’Irlanda e per la sua musica cresce sempre più. Nel 1999 accade un avvenimento che le cambierà la vita per sempre: il musical basato sulla tradizionale danza irlandese Lord of the Dance, fenomeno mondiale del momento, arriva a Milano e Giada, insieme alla sua amica Nicoletta, con cui condivide l’amore per il violino, partecipa allo spettacolo per vedere le due violiniste della troupe che rappresentavano la proiezione del loro sogno nel cassetto.

Qualche anno più tardi le due amiche partono per l’Irlanda per studiare e approfondire il metodo tradizionale della musica locale e, grazie a questa esperienza, decidono di dare vita al duo LusMor, che permetterà loro di tenere dei concerti in Italia, Svizzera, Francia e Spagna.

Il 2006 è l’anno della svolta: “durante quell’estate abbiamo partecipato a Celtica. Ad ascoltarci, senza che noi lo sapessimo, c’era una delle due violiniste di Lord of the Dance e nella nostra esibizione erano presenti alcuni brani del loro spettacolo”. Con la loro performance, Giada e Nicoletta catturano l’attenzione dell’artista e, poco dopo l’evento, vengono chiamate dall’organizzazione del musical per un’audizione. “Siamo state selezionate e l’anno successivo, il 2007, siamo partite per la prima tournée. È stata la realizzazione di un sogno, sono sempre stata innamorata dell’Irlanda e lo dimostra il fatto che, già ai tempi della scuola, ogni ricerca di geografia che mi veniva assegnata la facevo su quel Paese”.

Nonostante l’inizio della carriera artistica, Giada, che si era diplomata al Liceo Linguistico di Aosta, s’iscrive all’Università della Valle d’Aosta, dove si laureerà dopo qualche anno: “devo ringraziare la mia famiglia per non avermi fatto mai mancare il suo supporto, ma soprattutto per avermi sostenuto e permesso di mettere sempre al primo posto la mia passione, a discapito di tutto il resto”.

Durante gli anni universitari, infatti, Giada inizia a esibirsi in giro per il mondo, toccando tutti i continenti. Le tournées sono talvolta parecchio lunghe, anche di due o tre mesi, e per Giada rappresentano delle vere e proprie lezioni di vita: “dietro a ogni tournée c’è una grande organizzazione, la troupe è composta da circa quaranta persone e ci si relaziona in inglese. Stando via per molto tempo, nonostante non si tratti di tantissimi anni fa, visto che la tecnologia non era quella di oggi, per sentire la mia famiglia via Skype dovevo approfittare della connessione degli internet café”.

Ad oggi, Giada si è esibita in 73 Paesi nel mondo: “sono un’amante dei viaggi e ogni Paese che ho visitato mi ha lasciato qualcosa di unico. Sono tante le esperienze che porto nel cuore, come le esibizioni a Broadway, al Cremlino o a Buckingham Palace alla presenza dei reali britannici, ma la più emozionante è senza dubbio quella di Dublino, nello stesso teatro in cui ho esordito dieci anni prima, dove a vedermi c’erano i miei genitori”.

Oggi la capitale irlandese è diventata la nuova casa di Giada: “vivo in un piccolo paesino alle porte di Dublino, una realtà che può essere paragonata alla mia Sarre, sia per la dimensione che per il senso di comunità. Qui ho comprato casa con mio marito Thomas, ballerino che ha condiviso con me il palco del musical per tanti anni, c’è un clima favorevole e riesco a essere molto equilibrata. In Irlanda la musica tradizionale è parte della vita di tutti, non esiste un avvenimento senza che vi sia della musica”.

Nonostante tutto, Giada è sempre rimasta molto legata alla Valle d’Aosta: “quando sono in pausa tra le tournées cerco di tornare in Italia, dove anche mio marito adora venire. Purtroppo lavorativamente parlando per me ci sarebbero minori opportunità da musicista professionista, dovrei cambiare tipo di carriera e dedicarmi probabilmente di più all’insegnamento, ma io amo esibirmi e non è la stessa cosa. Attualmente non ho ancora pensato a quando smetterò, però voglio lasciare la porta aperta a ogni possibilità, perché comunque l’Italia mi manca”.

Exit mobile version