Pirogassificatore: nuova raccolta di firme, mentre cresce il fronte del no

Serata pubblica all’Espace Populaire con Rifiuti zero e Valle Virtuosa. Roscio: “La nostra soluzione è più vantaggiosa sul piano della salute, dell’ambiente, dell’energia e dei costi economici, ma per ragioni politiche è scartata in partenza.
Conferenza sul Pirogassificatore all'Espace populaire di Aosta
Società

Sembra un dialogo tra sordi quello faticosamente avviato tra il governo regionale e i cittadini e le associazioni che si oppongono al pirogassificatore. Se il primo sostiene di avere accettato un reale confronto, i secondi non sono affatto d’accordo, e l’hanno ribadito con forza ieri sera, all’Espace Populaire. 

“Da tempo chiediamo che siano messi a confronto i diversi sistemi di smaltimento di rifiuti, il pirogassificatore e il trattamento biomeccanico a freddo. Tutto inutile” ha riassunto Fabrizio Roscio, del Comitato Rifiuti Zero. Però qualcosa si muove, e l’interesse per l’argomento si è esteso agli amministratori locali. Sono in 45, finora, ad avere aderito a “Valle Virtuosa”, il comitato formato da rappresentanti dei consigli comunali, della maggioranza e della minoranza, di vari paesi.

“La regione – ha proseguito Roscio – ha speso un milione di euro in studi inutili, che non si riferiscono agli scenari attuali. L’Arpa li ha smentiti, demolendo l’analisi comparativa tra l’ipotesi del termovalorizzatore e il piano rifiuti regionale del 2003, e ribaltando i risultati ottenuti. Ma anche l’analisi dell’Arpa oramai non è più attuale. Sappiamo, dati alla mano, che la nostra soluzione è più conveniente sul piano economico, energetico e della salute, ma non veniamo presi in considerazione. Il motivo è semplice: la questione non è tecnica né scientifica, ma strettamente politica”.

Per questo motivo si riparte con una nuova raccolta di firme. Finora, a quanto pare, è stata l’unica mossa che ha funzionato. Intanto il comitato Rifiuti Zero affila le armi della dialettica, e smentisce punto per punto tutte le obiezioni portate avanti dall’assessorato all’ambiente e dal governo regionale in generale.

“Non c’è spazio per un impianto di compostaggio e una serie di impianti per il trattamento a freddo? Bastano 10.000 metri quadrati, dove dovrebbe sorgere il pirogassificatore. Nessuno vuole il combustibile da rifiuti che produrremmo? I cementifici piemontesi ci implorano di darglieli! Quanto alla raccolta dell’organico, possiamo prendere esempio da Bolzano, che dagli anni ’80 produce un compost che va a ruba . Siamo l’unica regione in cui aumenta la produzione di rifiuti e non si adottano politiche per il riciclo. E per giunta la Commissione Europea sconsiglia fortemente di costruire impianti per il trattamento a caldo nelle aree di montagna, specialmente se sono soggette all’inversione termica, come la Valle d’Aosta. Noi proviamo a sensibilizzare l’opinione pubblica, ma ora, con la raccolta di firme, la parola passa ai valdostani” conclude Fabrizio Roscio. La prima scelta da fare, innanzitutto, è questa: informarsi, leggere, provare a farsi un’idea, pro o contro il pirogassificatore, oppure lasciare fiduciosamente che ci pensi la Regione.  

 

 

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte