Botta e risposta tra il movimento ‘Arcobaleno Valle d’Aosta’ e il presidente della Regione Luciano Caveri riguardo alle quattro proposte di legge di iniziativa popolare, possibile futuro oggetto di un referendum in Valle.
Il coordinamento regionale dell’Arcobaleno ha espresso oggi in una nota “stupore” per l’incarico affidato dalla Giunta regionale a due giuristi romani sulla questione relativa alla legittimità costituzionale dei referendum. Secondo il movimento di opposizione la Giunta regionale, “impiegando risorse finanziarie pubbliche, ha affidato ai due giuristi una consulenza riguardo a una materia che non rientra in alcun modo nella propria competenza, ma è di esclusiva competenza del Consiglio regionale?.
A difesa delle proposte refendarie, il movimento di opposizione in Consiglio regionale ricorda inoltre che queste sono state dichiarate ?perfettamente ammissibili dall’organismo di ‘saggi’, composto da tre professori universitari di diritti costituzionale, al quale, ai sensi di legge, spettava prendere una decisione riguardo alla legittimità dei quesiti referendari”.
Immediate le contromisure prese dall’Arcobaleno, che ha a sua volta incaricato un esperto in materia contabile e penale di valutare “la legittimità degli atti del Presidente della Regione e della Giunta regionale e assuma le eventuali conseguenti iniziative”.
Quasi immediata la risposta di Luciano Caveri, che in una nota, dopo avere definito ?ridicola l’accusa di porre in essere un’azione golpista semplicemente per aver richiesto un autorevole e neutrale parere legale su un argomento di così grande importanza?, deplora vivamente ?l’organizzata e strutturata opera di disturbo e pressione posta in essere nei confronti dei due professionisti incaricati tramite telefonate e mail?, sottolineando l’opportunità di agire, in piena intesa con la Giunta, al fine di ?poter rappresentare al Consiglio regionale le eventuali questioni problematiche correlate all’assoggettamento di leggi elettorali al procedimento referendario?.