Il caso è scoppiato ieri sulle colonne del Corriere della Sera e de La Stampa: otto capigruppo della maggioranza alla Camera hanno firmato una proposta di legge per consentire alla lista Autonomie, Liberté Démocratie di ottenere il rimborso delle spese elettorali anche se i termini sono scaduti. Si tratta di circa 180 mila euro che dovrebbero essere incassati dalla lista che ha candidato, alle scorse elezioni politiche, Carlo Perrin e Roberto Nicco. Sotto accusa ci sarebbe un ‘patto’ per assicurare i voti dei rappresentanti valdostani sulla Finanziaria, soprattutto dove i conti sono risicati, cioè al Senato.
?Utilizzare il proprio ruolo e il proprio peso politico per sopperire alle proprie manchevolezze – ha affermato il Presidente dell’Union valdotaine Guido Cesal – la dice tutta sul nuovo modo di fare politica dei fautori del nuovo che avanza. Si combattono a parole metodi e comportamenti per poi utilizzarli quando fanno comodo ai propri interessi di parte”.
Il senatore Carlo Perrin, della lista Autonomie, Liberté Démocratie, si difende dall’accusa di mercanteggiamento: ? Ogni tentativo di legare il mio leale sostegno al Governo Prodi -mai messo in discussione durante questi mesi – a una vicenda di scadenze di termini non ha nessun fondamento?.
?E’ una polemica strumentale? controbatte l’Alleanza autonomista progressista che ha sostenuto le candidature Nicco e Perrin. ?Che il solerte presidente dell’UV Guido Cesal – si legge in un comunicato dell’Alleanza – tempesti contro una scandalosa proposta di riapertura dei termini per il rimborso delle spese elettorali è veramente indecente?.
Secondo i partiti dell’ Alleanza autonomista progressista proprio la lista capeggiata dall’Union Valdotaine, che elesse nel 2001 il Deputato Collé, richiese ed ottenne dai partiti presenti in Parlamento cinque anni fa lo stesso atto di riapertura dei termini, per rimediare ad analogo ritardo.