Sono quasi 800 le firme raccolte dalla petizione contro la chiusura del Servizio migranti di via Avondo ad Aosta, decisa dalla Giunta regionale nelle scorse settimane L’iniziativa è stata lanciata una settimana fa dalla giornalista Silvia Berruto su change.org.
Nel testo della petizione si ricorda come il servizio è un "apprezzato punto di riferimento per migranti, operatori sociali e per l’intera comunità valdostana" che "offre consulenze in materia di immigrazione, orientamento nella ricerca del lavoro e compilazione del curriculum vitae, orientamento ai servizi presenti sul territorio, simulazioni del test di italiano per il permesso di soggiorno CE, supporto per la compilazione di modulistica burocratica, laboratori di italiano per l’ottenimento delle patenti, uno spazio di incontro e socializzazione, una postazione internet con skype, il servizio ricezione posta (fax e e-mail), il servizio deposito bagagli, visite guidate alla città di Aosta".
Vengono poi snocciolati alcuni dati sull’attività del servizio: 6400 passaggi nel 2014, con una media di 520 passaggi al mese nei primi dieci mesi del 2015, 1500 consulenze a enti pubblici e privati, oltre a interventi culturali nelle scuole valdostane, di ogni ordine e grado, per illustrare i fenomeni migratori, 1600 gli studenti coinvolti nel 2014.
"Chiudere il servizio significa perdere professionalità acquisite e consolidate – il sapere, il saper essere e il saper fare – di quattro operatori e di tre mediatrici culturali, con immediate e deleterie ripercussioni sulla vita dei migranti e su tutta la filiera lavorativa sopra descritta che sovrintende, dalla "presa in carico" alle risposte, ai bisogni e ai problemi degli stranieri che giungono in Valle" si legge ancora nel testo della petizione che ad oggi conta 796 firme.
"La Valle d’Aosta non può, e non deve, dimenticare le sue radici di comunità, costituita, in diverse fasi storiche, da emigrati e da immigrati. Il servizio Migranti ha saputo gestire i fenomeni migratori con capacità di analisi e di intervento tanto professionali che la comunità valdostana non ha lamentato particolari disagi e ha provveduto, anzi, ad avviare e a consolidare percorsi di accoglienza e di inserimento degli stranieri nella collettività".