Una Cattedrale gremita per dare l’ultimo saluto a don Gigi Ronco

Durante i funerali che si sono svolti questa mattina, c'era un'autentica folla. Gli amici di Casa Betania, i suoi ex parrocchiani, molti di coloro che ha visitato come cappellano dell'Ospedale regionale, incarico che ha ricoperto dal 1988.
don Gigi Ronco
Società

“Adesso sono passato anch’io dall’altra parte. Quella dei malati”. Citando queste parole di don Gigi Ronco, don Ferruccio Brunod accoglie le spoglie di un suo amico, che con lui ha diviso la responsabilità e la vita, per quasi trent’anni, nella parrocchia di Saint Etienne, ad Aosta.

Ad aspettarlo in Cattedrale, durante i funerali che si sono svolti questa mattina, c’era un’autentica folla. Gli amici di Casa Betania, i suoi ex parrocchiani, molti di coloro che ha visitato come cappellano dell’Ospedale regionale, incarico che ha ricoperto dal 1988.

A presidere la celebrazione è stato il Vescovo mons. Giuseppe Anfossi: “Da ogni morte si tragga vita – ha detto commentando il Vangelo di Matteo, il Discorso della montagna – perché la testimonianza globale che ha dato don Luigi continui a portare frutto e rappresenti per ciascuno di noi un insegnamento da ricevere e faccia nascere piccole conversioni nella nostra vita”.

Da molti don Ronco era conosciuto come “prete filosofo”. Si era laureato all'Università del Sacro Cuore di Milano  con una tesi dal titolo "Il movimento cattolico nella Valle d'Aosta dal 1895 al 1913" di cui ampi estratti sono stati pubblicati su diversi periodici locali. È stato per molti anni Insegnate di Religione cattolica presso la Scuola media Einaudi di Aosta e, per un breve periodo, a partire dal 1970, anche Docente di Storia ecclesiastica e di Filosofia presso il Seminario Maggiore. “La filosofia è la scienza con la quale o senza la quale l’uomo vive tale e quale”, ripeteva ogni tanto, prendendosi un po’ in giro.

Con la sua esperienza da cappellano dell’ospedale e come assistente ecclesiastico del Centro volontari della sofferenza, don Gigi aveva imparato a stare accanto ai malati e ai disabili. “Grazie per l’impegno e la sensibilità particolare – ha detto Stefania, una ragazza del Centro volontari della sofferenza, al termine della Santa Messa – che hai sempre avuto nello stare accanto ai ragazzi disabili, specie a chi fa più fatica a capire. Tu per noi eri e sarai sempre semplicemente Gigi, come se fossi un nostro fratello, uno zio, un amico per tutti”.

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