Vaccino, il lotto di AstraZeneca sospeso da Aifa somministrato a febbraio in Valle. “Nessuna reazione avversa”
Nessuna reazione grave ai vaccini contro il coronavirus fin ad oggi somministrati in Valle d’Aosta. A dirlo è il direttore sanitario dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta, Maurizio Castelli.
E’ di poche ore fa la notizia che l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha sospeso “in via precauzionale” l’utilizzo di un lotto del vaccino AstraZeneca.
“A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi (la morte di un militare a Siracusa, su cui indaga la Procura siciliana, ndr.) in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti COVID-19, Aifa ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’EMA, agenzia del farmaco europea.” spiega una nota. “Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi. AIFA sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i NAS e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità”. Una decisione che segue quella assunta anche da altri paesi europei.
“E’ un lotto che abbiamo ricevuto e somministrato fra il 10 e il 19 febbraio” spiega il dottor Castelli “e sul quale non abbiamo segnalazioni di reazioni avverse, così come per gli altri lotti e tipi di vaccini”.
La Valle d’Aosta, oltre ad essere la prima regione per dosi somministrate in rapporto alla popolazione, è anche la prima regione in Italia per percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, pari al 4,46% (media Italia 2,93%).
La nostra regione è già inoltre in linea con il nuovo piano vaccinale presentato oggi dal Governo nazionale. Dopo gli ultraottantenni saranno infatti vaccinati “gli estremamente fragili”, 1800 persone circa, e a seguire si procederà in ordine di età, tenendo conto delle patologie.