Torre piezometrica: scontro tra Lo Contrebandjé e Cral Cogne per riscaldamento e contratti

11 Dicembre 2024

Una lettera di protesta per le temperature troppo rigide alla Torre piezometrica di Aosta da una parte, la richiesta di lasciare i locali perché il contratto non è stato rispettato dall’altra. È braccio di ferro tra l’associazione polisportiva dilettantistica Lo Contrebandjé che gestisce il centro di arrampicata “La Torre” nello storico edificio di via Lavoratori vittime del Col du Mont e il Cral Cogne, che ha lì la sua sede.

“Noi siamo nei locali della Torre piezometrica da due inverni con un contratto con il Cral Cogne – spiega Cristian Bredy, presidente de Lo Contrebandji -.  Già l’inverno passato nelle sale c’erano 7 o 8 gradi. Abbiamo chiesto al Cral Cogne che ci tenesse le sale in modo adeguato. Lo stesso problema si è ripresentato quest’anno ma le temperature sono scese anche a 3,8 gradi. A novembre abbiamo mandato una mail dicendo che sospendevamo il pagamento dell’affitto finché non ci avrebbero acceso il riscaldamento. La stessa identica cosa è successa lo scorso anno”.

L’idea della raccolta firme è nata dai genitori di alcuni ragazzi che frequentano i corsi di arrampicata alla Torre piezometrica “per cercare di risolvere il problema”, aggiunge Bredy. Oltre al Cral Cogne e all’associazione Lo Contrebandjé, la lettera di protesta è stata recapitata anche a Vda Structure, che è proprietaria dell’edificio, e al presidente della Regione, Renzo Testolin.

Il presidente del Cral Cogne, Giorgio Giovinazzo, spiega che “sono parecchi mesi che abbiamo chiesto per inadempienza contrattuale sotto più profili all’associazione Lo Contrebandjé di lasciare i locali della Torre piezometrica e sgomberare l’attrezzatura. I corsi di arrampicata non avrebbero dovuto essere avviati e questa è una situazione creata ad arte per metterci in imbarazzo”.

Intanto, è stato fissato per mercoledì 18 dicembre un incontro per tentare una mediazione tra le due posizioni. Per Giovinazzo, l’incontro è “finalizzato al rilascio dei locali“. E aggiunge: “L’associazione non ha il diritto di stare lì dentro. Quella del riscaldamento è una richiesta paradossale perché se tu in quella struttura non ci devi stare dai per scontato che il riscaldamento non verrà acceso. Ma se ne parlerà nelle sedi opportune”.  Tra le principali inadempienze contrattuali rilevate, c’è il mancato tesseramento al Cral Cogne della maggior parte di coloro che frequentano la palestra di arrampicata, che “spetta da contratto all’associazione Lo Controbandjé – spiega Giovinazzo -. Solo 9 dei 52 firmatari della lettera di protesta sono tesserati e a loro abbiamo già offerto un anno di corso gratuito in un’altra struttura riscaldata e attrezzata”. Oltre a ciò, “in tre anni l’associazione ci ha pagato circa il 15% del contributo spese patuito e ha occupato una parte della Torre (che ospita la sala boulder ndr) che non è prevista dal contratto”.

“Noi abbiamo comunicato a tutti gli iscritti che dovevano andare a tesserarsi al Cral Cogne. Noi non facciamo il lavoro per loro ed era già stato detto all’inizio – dice Bredy di Lo Contrebandjé -. Abbiamo interrotto i pagamenti quando sono sorti i problemi con il riscaldamento mentre per la sala boulder c’era un accordo verbale che poi non si è concretizzato in un contratto perché non si è trovato un punto di incontro”. Sulla richiesta di lasciare la Torre, “ci siamo consultati con il nostro avvocato che ci ha detto che abbiamo il diritto di rimanere e che la cosa va discussa. Non c’è un giudizio ufficiale che dice che dobbiamo andarcene e noi abbiamo le nostre motivazioni”. In vista dell’incontro del 18 dicembre, Bredy si augura che ci sia “la volontà anche da parte dei proprietari della struttura di intervenire per trovare una soluzione.  Facciamo un’attività importante in ambito sociale, speriamo che sia Vda Structure che la Regione possano fare qualcosa”.

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