Tor des Géants, è Galeati il primo a raggiungere Valgrisenche. Ritirato Dan Doherty
La soglia della prima base vita di questa settima edizione del Tor des Géants è stata solcata per primo da Gianluca Galeati alle 17.34. Galeati, pettorale numero 2, è uno dei favoriti per la vittoria finale, dopo il secondo posto dell’anno scorso. Dietro di lui il canadese Eric Breton, staccato di 16 minuti, che però ha effettuato una sosta più breve, recuperando due minuti sull’italiano. Dietro di loro sei atleti in cinque minuti: Nahuel Passerat, terzo, precede Oliviero Bosatelli e Alexander Rabensteiner, che stanno gareggiando insieme, così come Julio Cernuda Aldecoa e Oscar Perez Lopez; tra le due “coppie”, Andrea Macchi, sesto. A chiudere la top ten Julian Morcillo e Roberto Pondoni, con Pablo Criado Toca, forse il più concentrato di tutti, undicesimo. Prima tra le donne Silvia Garrote Trigueros, arrivata all’incirca un’ora dopo Galeati.
Soste molto brevi per tutti, dieci quindici minuti tra il cronometraggio in entrata e quello in uscita.
Il pubblico, assiepato lungo il percorso, ha accolto con grande calore l’idolo locale Marco Bethaz, arrivato "a casa" puntuale per cena, alle 19. E poi, alle 19.42, il primo colpo di scena della gara, ovvero il ritiro di uno dei grandi favoriti, Dan Doherty. Per l'irlandese è stato "fatale" il caldo patito soprattutto nel corso della mattinata e del primo pomeriggio, e un dolore alle gambe che gli ha impedito di continuare. Lo scorso anno si ritirò per un problema al ginocchio mentre lottava per il podio. Un avversario in meno per Galeati che giusto ieri aveva dichiarato: “Dan è forse il concorrente che temo di più”. Abbandono eccellente anche tra le donne: in serata ha lasciato la corsa Denise Zimmermann, vincitrice dello scorso anno.
La nuova base vita
Vista anche la concomitanza con la Bataille des Reines, già alle 16 la polizia locale di Valgrisenche ha consigliato di lasciare l’automobile prima del capoluogo e prendere la navetta gratuita che porta all’Hotel Perret in località Bonne. Dalla base gli atleti percorrono la strada che porta in fondo all'antico bacino lacustre, per poi raggiungere l’Epée lungo il sentiero che attraversa un bosco di larici monumentali, con secoli di vita sulle spalle. La base vita di Bonne è molto raccolta e dà molto l'idea del villaggio; è divisa in diversi edifici e la procedura per i runners, nel suo insieme, risulta forse un po’ macchinosa: prima il passaggio sotto lo stand del cronometraggio in entrata, poi l’ingresso nell’edificio della mensa (che Breton non aveva visto, tirando dritto), a cui segue il recupero delle borse nel tendone. Gli atleti devono poi attraversare la strada per entrare nell'edificio dove si trovano le toilettes e le docce, separato dal quello dell’infermeria, ed infine passare dal tavolino del cronometraggio in uscita. Questo, oltretutto, obbliga l’organizzazione ed i molti volontari a dover bloccare le automobili che passano.
L’incognita meteo
Si annuncia una prima notte difficile, comìè diventata ormai consuetudine al Tor. Il Bel tempo ha retto fino al tardo pomeriggio, poi sono arrivate le nuvole e anche un po' di pioggia. Anche le temperature sono in sensibile calo, in particolare se rapportate a quelle della scorsa settimana nel corso del 4K.