Ieri, oggi e domani, lo Stade Valdôtain c’è
“Quello che nasce sul campo e negli spogliatoi va al di là del risultato: è qualcosa di magico che ti rimane per tutta la vita”. È racchiuso in queste parole il senso autentico dello sport amatoriale, quello fatto di allenamenti col freddo e con la pioggia, di lunghe trasferte, di sacrifici e di soldi “buttati”, ma di legami stretti come una mischia. A pronunciarle è stato, ieri sera, Francesco Fida, presidente dello Stade Valdôtain di rugby.
L’occasione era la serata chiamata “Lo Stade… Ieri, oggi e domani”, un momento conviviale in cui si sono riunite diverse generazioni di rugbisti gialloneri, dalle vecchie glorie alle nuove leve, che si sono ritrovate in campo. Gli obiettivi dell’evento erano molteplici: “A dodici anni dalla vittoria della Coppa Mari e Monti, molti di quella generazione orbitano ancora attorno allo Stade”, spiega Fida, “chi come dirigente, chi come allenatore, chi come giocatore negli Old. Con alcuni, però, ci siamo un po’ persi, e questa è stata una bellissima occasione per ritrovarci. Magari qualcuno riassaporando il campo e l’atmosfera decide di tornare. È stato anche un modo per “tranquillizzare” i Leoni di oggi: a inizio stagione ero un po’ preoccupato perché a livello numerico siamo abbastanza ridotti, ma l’idea di questa serata è di dire loro “Ragazzi, non conta solo il campo, conta quello che vi rimane. Questi oggi sul campo saranno i vostri Amici di una vita”. E oggi l’hanno potuto toccare con mano”.
Le nuove generazioni hanno potuto vedere e conoscere le vecchie, la famiglia Stade si allarga sempre di più. “Sono tanti anni che non gioco, ma quando ti prepari per una serata come questa ti prende qualcosa di adolescenziale e non puoi proprio perdertela, devi dare tutto. È stato bellissimo, chissà che non mi riprenda la voglia di giocare o allenare”, dice qualcuno. “Il rugby è cambiato molto negli ultimi anni. Prima era molto più fisico, i contatti erano sempre al limite del proibitivo ma usciti dal campo si è tutti amici, anche gli avversari. Prima non si faceva palestra, mentre ora è fondamentale. Però il rugby è uno sport democratico: puoi essere basso e magro o enorme, ma un ruolo per te c’è sempre”, dice Maurizio.
Se il passato diverte e accomuna, il presente è in rampa di lancio. Parte infatti domenica prossima, 14 ottobre, la stagione dello Stade Valdôtain in serie C, con la sfida casalinga contro il Verbania. Agli ordini di coach Fabio Chiesa c’è anche Clayton Jaweya Manga, arrivato proprio ieri dopo una stagione in Germania e diversi anni in accademia a Parma: “Mi sono sentito subito accolto benissimo. Mi metto a disposizione della squadra con umiltà, ma credo che le carte in regola per fare una bella stagione ci siano tutte”.
E il futuro si costruisce oggi: per tutto il mese di ottobre lo Stade Valdôtain apre le sue porte ai più piccoli, dai 4 ai 15 anni, che potranno provare gratuitamente lo sport della palla ovale, in cui si educa al rispetto delle regole, alla lealtà verso l’avversario, e dove si impara lo spirito di gruppo e il valore del sostegno.
Tornando alla serata di ieri, non sono mancate le birre, il cibo, le risate e le tiratissime partite a calcetto con Massimo, Carmelo e Maurizio. Perché se il rugby è democratico, lo Stade lo è forse di più: chiunque tu sia, un posto per te c’è sempre.