Si è spento Gabriele “Rambo” Vuillermin, il “ragazzo selvatico” che ispirò Paolo Cognetti
Un “gigante buono”, la barba rossa, punteggiata di bianco, ad incorniciarne il volto, l’inconfondibile bandana a coprirgli la fronte, se n’è andato.
Si è spento lunedì mattina, 16 agosto, a causa di un malore, Gabriele Vuillermin. Per tutti, semplicemente, “Rambo”.
58 anni, cresciuto nell’alpeggio ad Estoul che svetta sopra Brusson, “Rambo” era un tutt’uno con le sue montagne. Talmente tanto da esser stato fonte di ispirazione de “Il ragazzo selvatico – Quaderno di Montagna” dello scrittore Paolo Cognetti, suo grande amico, vincitore del Premio Strega nel 2017 con “Le Otto Montagne”.
Ed era proprio sul set del film tratto da questo romanzo, girato tra le sue montagne, che “Rambo” collaborava alle riprese e con lo staff, dopo una vita in alpeggio con le sue bovine. Lassù, dove era proprio a casa sua, parte di quella montagna che l’ha legato profondamente allo scrittore di origine milanese, dopo aver lasciato i ritmi frenetici delle città alla ricerca di pace. Ma anche di nuovi legami, e nuovi modi – e nuovi mondi – per allacciarli.
Un legame profondo che proprio “Il ragazzo selvatico” spiega appieno. Un saggio – racconta chi lo conosceva bene – “nel quale si ritrova perfettamente Rambo, era proprio lui”. In tutta la sua autenticità.
A ricordarlo, commosso, Giulio Grosjacques, attualmente consigliere regionale ma per lungo tempo Sindaco di Brusson che di Vuillermin era coscritto: “Era una persona buona – spiega -, che ha lavorato tutta la vita nel mondo dell’agricoltura e ultimamente, in inverno, sugli impianti di risalita. Un uomo che con la sua vita da montanaro ha ispirato Cognetti, con il quale ha passato la sua ultima serata. Un uomo ben voluto da tutti. Se gli avessero chiesto dove avrebbe voluto morire avrebbe parlato dell’alpeggio, e purtroppo così è stato”.
I funerali si sono tenuti questa mattina – mercoledì 18 agosto –, alle 10, alla chiesa parrocchiale di Brusson. Gabriele Vuillermin lascia Antonella, i tre figli Simon, Didier e Charlotte e le sorelle Fernanda, Ines e Ermina.