Covid e tamponi: regna il caos
Buongiorno,
vi scrivo per raccontarvi in breve l’esperienza che sto vivendo in questi giorni a causa del covid-19. Un’emergenza sanitaria gestita malissimo e che purtroppo porta a tenere segregate in casa le persone molto più del dovuto nell’incertezza più totale.
Mi sono ammalata domenica 25 ottobre con febbre e dolori muscolari. Ho chiamato il mio medico il giorno successivo il quale, saputo che avevo avuto contatti con persone positive, ha richiesto subito che io fossi inserita nella lista d’attesa per effettuare il tampone.
Sono stata chiamata solo 5 giorni dopo e mi è stato chiesto da un’infermiera dell’Usl, nonostante ci fosse il dubbio che io fossi positiva, di recarmi autonomamente nel parcheggio dell’ex maternità per effettuare il tampone. Anche se non mi pareva la procedura corretta e non mi sentissi in gran forma, ho pensato di fare come mi avevano chiesto per non pesare troppo sul sistema e farli venire a casa.
Il giorno successivo mi è stato comunicato l’esito positivo e solo 3 giorni dopo mi è stata notificata l’ordinanza di isolamento da parte del sindaco.
La dipendente comunale mi ha fornito il numero di telefono della ditta per il ritiro delle immondizie. Il giorno dopo ho, quindi, contattato la ditta chiedendo come si poteva fare. Il dipendente mi ha risposto che se avevo una persona di fiducia che mi portava la spesa avrei potuto fare buttare a lui l’immondizia. Io ho replicato che il Comune mi aveva comunicato che si tratta di rifiuti speciali e che devono essere maneggiati con cura. La persona dall’altra parte del telefono mi ha risposto che se fossero rifiuti speciali non avrebbero potuto maneggiarli neppure loro ma una ditta specializzata.
Quindi senza nessuna polemica ho fatto come mi hanno chiesto, pur non essendo d’accordo, e il sacco nero è stato buttato nell’indifferenziata ….sperando che non venga data la multa al condominio in quanto il sacco conteneva ovviamente plastica, carta, vetro e umido.
Preciso inoltre, fatto per me di grande gravità, che non mi è stato chiesto da nessuno il nominativo delle persone che avevo frequentato nei giorni precedenti, per cui non è avvenuto alcun tracciamento dei contatti (come peraltro non è stato fatto almeno per altre 4 persone che io conosco).
Il 6 novembre sono stata contattata dall’ufficio d’igiene pubblica che mi ha confermato la data del 9 per effettuare il tampone di controllo. Ho fatto presente che nell’ordinanza c’era un altro mio familiare, quindi, l’infermiera al telefono mi ha assicurato che avrebbe inserito anche lui.
Ho chiesto inoltre se per velocizzare avrei potuto fare il tampone al Drive-in Ma mi è stata negata assolutamente questa possibilità in quanto sono oggetto di ordinanza di isolamento e, quindi, non posso uscire di casa.
In data 9 novembre sono stata chiamata nuovamente dall’Igiene pubblica che mi ha chiesto di recarmi da sola l’indomani mattina (10 novembre) presso il Drive in per effettuare il tampone! Ho fatto presente che anche mia figlia doveva essere inserita ma la signora al telefono, la cui dote principale non era sicuramente la capacità di ascolto e né la cortesia, mi ha lasciato parlare e mi ha detto che comunque il Drive-In è riservato solo alle persone che sono positive. Ho però insistito che fosse inserito il nominativo di mia figlia come mi era stato inizialmente detto.
Quindi l’indomani mattina mi sono recata, come richiesto e nell’orario prestabilito, al Drive in. Dopo un’ora e mezza di coda (dove ho assistito anche a scene come quella di un povero vecchietto che dopo tutto quel tempo in auto è sceso perché non ce la faceva più a trattenere i propri bisogni) finalmente io e mia figlia siamo state tamponate.
Tornate a casa, dopo neanche un’ora, ho ricevuto la chiamata da un cellulare di una persona che si è presentata come “Usl” che mi chiedeva se ero andata al Drive-in altrimenti sarebbero venuti a casa per farmi il tampone. Se avessi saputo li avrei aspettati a casa.
Forse manca un po’ di comunicazione, di organizzazione. Siamo nel caos più totale! Non mi stupirebbe se venissero scambiati anche i risultati del tampone. Ad un mio conoscente, a 10 giorni di distanza dal tampone, non è mai comparso l’esito sul fascicolo sanitario. Ed una mia collega sta aspettando da 6 giorni che la chiamino per il tampone di controllo. Ai genitori di una mia amica invece al momento di fare il tampone hanno detto che dopo 60 giorni di isolamento non era più il caso di farlo.
Capite bene quanto io in questo momento sia confusa, come moltissima altra gente che aspetta un tampone e aspetta risposte, e magari si trova in casa rinchiuso più del dovuto per un sistema che è stato, ed è ancora, gestito nella maniera più sbagliata.
Non vengono date risposte e viene fatto tutto in maniera molto confusa. Credo che sia molto grave che non venga fatto il tracciamento dei contatti anche perché così il virus non si ferma.
Laura Mosconi