Mascherine nelle scuole secondarie e vaccinazione antinfluenzale
Gentile Assessora, egregio Presidente e Assessore,
sono convinto che tutti concordiamo sul valore inestimabile di una didattica in presenza. Condivido, pertanto, gli sforzi sia a livello nazionale sia a livello locale per garantire questo diritto ai nostri figli.
Purtroppo, gli ultimi giorni hanno mostrato una rapida progressione dell’epidemia di Covid-19 anche nella nostra regione, che risulta prima in Italia sia per numero di positivi rispetto ai casi testati sia per numero di attualmente positivi in rapporto alla popolazione (206 per 100 mila abitanti). Certamente, non siamo più in quella “situazione epidemiologica di bassa circolazione virale” che il Comitato Tecnico Scientifico ha posto come condizione per non indossare la mascherina in condizioni di staticità (ovvero quando si è seduti al banco) nelle scuole secondarie (vedi verbale n. 104 del 31 agosto 2020, pag. 8). Converrete con me che sia ormai inderogabile dichiarare la non sussistenza di una “bassa circolazione virale” e imporre dunque di indossare la mascherina nelle scuole secondarie per tutto il tempo di permanenza nell’edificio scolastico.
Facciamo in modo che la scuola sia davvero il luogo più sicuro per affrontare l’epidemia. Ovviamente, auspico anche un esteso impiego di test rapidi, per aumentare il livello di sicurezza e far sì che la scuola, da potenziale veicolo di contagio, si trasformi in luogo di controllo dell’epidemia.
Un’altra importante raccomandazione che viene dagli esperti per affrontare al meglio i prossimi mesi è quella della vaccinazione antinfluenzale. Lo scorso 29 giugno il Consiglio Regionale votò un assestamento al bilancio di previsione contenente un emendamento (art. 11, comma 2, lettera f) che stanziava 150.000 euro per l’acquisto di circa 30.000 dosi di vaccino antinfluenzale (5 euro a dose), che, come riferito dall’Assessore alla Sanità, si sarebbero dovute aggiungere alle 23.000 già ordinate. Dunque, 53.000 dosi in tutto. Invece, attualmente la Regione disporrebbe di sole 14.000 dosi, 39.000 in meno di quanto previsto. La Fondazione Gimbe lo scorso 28 settembre ha pubblicato un report, nel quale si mostra che la Valle d’Aosta con 23.000 dosi (che comunque attualmente non ha) coprirebbe solo il 51,5% della popolazione target secondo criteri anagrafici. Ora, con 14.000 dosi siamo solo al 31,3%, meno di un terzo. Eppure, ben 12 regioni hanno un numero di vaccini sufficiente per coprire l’intera popolazione target e alcune molto di più.
Cordialmente,
Paolo Ciambi