Mercato cittadino, sfogo di un lavoratore

02 Maggio 2021

Vorrei esporre un grave problema che riguarda il mio settore lavorativo. Sono un ambulante, più semplicemente “faccio il mercato”. La maggior parte dei miei mercati si trovano proprio in Valle d’Aosta; oggi, sabato 1 maggio, festa dei lavoratori, io e la mia categoria abbiamo subito un’ingiustizia. Dopo l’ordinanza 189 del 30.04.2021 firmata dal Presidente della Regione Erik Lavevaz, abbiamo scoperto che non eravamo compresi tra i settori a cui è stato concesso di lavorare.

Siamo commercianti, facciamo vendita al dettaglio, paghiamo le tasse come chiunque altro, rispettiamo le norme anti Covid (distanziamento, gel e mascherine), abbiamo la fortuna di lavorare in un posto all’aperto in cui c’è giornalmente il controllo dei vigili urbani, al di fuori del periodo Covid tutti noi paghiamo al comune dove lavoriamo il plateatico o, per chi non ha il posto fisso, la spunta.

Perché non siamo stati presi in considerazione? Continuano a dimenticarsi che esistiamo, che anche noi contribuiamo al benessere di questo paese!
Non ci siamo lamentati quando è stato concesso a negozi con determinati articoli di stare aperti, mente noi con lo stesso articolo non potevamo piazzare. Non ci siamo lamentati quando hanno cambiato le disposizioni dei posteggi. Non ci siamo lamentati quando già prima si sono dimenticati di noi. Ma ora no.

Nonostante la zona rossa della prossima settimana, quasi tutti possono lavorare ma noi no, ed è stata proprio la Regione a permetterlo, non lo Stato. Un luogo piccolo come la Valle d’Aosta si è dimenticata di un pezzo di vita comune. Non posso accettare che si dica che il mercato non è un posto sicuro, ognuno di noi al proprio banco ha il gel, indossa la mascherina, fa in modo che non si crei sovraffollamento, proprio come un commesso fa nel suo negozio, e ripeto che tutto ciò è fatto con il favore dell’aria aperta.
Questa estate, quando c’è stata data la possibilità di riaprire, i vigili contingentavano i passaggi all’intento dell’area mercatale, già divisa da un percorso per entrata e uscita. Perché non farlo anche ora anziché far finta di niente? Perché non trovare delle soluzioni anziché il silenzio?

Ci è stato detto che tanto sarà solo per una settimana, una settimana in cui noi staremo a casa a pensare a come pagare i debiti che si accumulano e altri lavoreranno al posto nostro.
Spero che questo messaggio ci aiuti a non essere più lasciati da parte.

Lettera firmata

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