Microcomunità di Variney, le famiglie degli ospiti sono state ignorate e prese in giro
La presente lettera è inviata dai parenti degli ospiti della microcomunità di Variney per esprimere ancora una volta stupore e indignazione dopo aver ascoltato la conferenza stampa del 3 novembre 2020 dell’Assessore alla sanità dott. Roberto Barmasse.
In data 2 novembre abbiamo inviato una lettera via e-mail al Presidente della Regione Valle d’Aosta e a diverse testate giornalistiche regionali, due delle quali l’hanno pubblicata; una lettera in cui esprimevamo le nostre perplessità e la nostra contrarietà al trasferimento coatto dei nostri cari presso altre strutture del territorio, trasferimento giustificato dall’intento di trasformare la struttura di Variney in un polo Covid. Trasferimento al quale siamo contrari soprattutto perché avverrebbe in un periodo in cui il contagio è fuori controllo, e quindi rischiosissimo per dei soggetti tanto fragili.
Alla nostra lettera non sono seguite risposte di alcun genere, né formali né informali, da parte di alcun organo dell’amministrazione regionale. Riteniamo dunque inopportuna e inesatta l’affermazione fatta dall’assessore Barmasse, e ci chiediamo dove abbia trovato la “comprensione” di ospiti e famigliari, da lui menzionata nella comunicazione ufficiale fatta nella serata del 3 novembre, quando né ospiti né famigliari hanno mai ricevuto comunicazioni in merito a questa decisione e tanto meno hanno potuto beneficiare di un confronto con gli organi dell’amministrazione.
Le famiglie sono state sempre ignorate, tanto che hanno appreso le decisioni dell’amministrazione solamente attraverso i media. Ci sembra assurdo che ancora oggi, a meno di una settimana dal trasferimento, non siano ancora chiare le destinazioni e le modalità con cui le operazioni di trasferimento verranno portate a termine.
Nel corso della conferenza stampa l’Assessore infatti ipotizza anche una data di inizio trasferimento, a meno di una settimana dal suo intervento: ci chiediamo come sia possibile che in un lasso di tempo così risicato vi sia la possibilità di mettere in atto tutte le misure preventive atte alla diminuzione del rischio di contagio per questi soggetti fragili, pianificare i trasporti in assoluta sicurezza e organizzare la logistica nelle strutture di destinazione. A questo poi si aggiunge il disagio psicologico degli ospiti che nel giro di una settimana, o poco più, dovranno stravolgere routine quotidiane essenziali alla loro vita, apprese e impostate durante anni di permanenza nella struttura di Variney. Queste persone necessiterebbero di tempi diversi e di un supporto psicologico per affrontare questo cambiamento a dir poco destabilizzante per le loro vite, già messe a dura prova dall’isolamento.
Tutto ciò ci fa pensare più a un trasferimento merci che al trasferimento di esseri umani, per giunta fragili quali sono i nostri cari.
E’ quindi facile comprendere che ci sentiamo non solo ignorati, ma anche presi in giro dai rappresentanti delle nostre istituzioni.
Lettera firmata