Caso Ruby: assoluzione cancella spettro arresti domiciliari
Milano, 18 lug. (Adnkronos) – Silvio Berlusconi incassa un’assoluzione in appello sul caso Ruby che mette in salvo la sua agibilità politica e ne rafforza la leadership interna ed esterna a pochi giorni dal "rinnovo" del patto del Nazareno.
Il Cavaliere deve guardarsi da altri processi che potrebbero togliergli serenità, ma il verdetto di oggi cambia drasticamente il quadro di rischio tratteggiato finora. L’ex premier non deve più temere l’ipotesi di essere confinato ai domiciliari o addirittura quella del carcere, potrà spegnere tranquillamente a settembre le sue 78 candeline, e potrà archiviare anche il rammarico per il no alla grazia da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con un verdetto diverso, se fosse stato condannato e se la sentenza fosse stata confermata in Cassazione, sarebbe caduto l’indulto concesso nel processo per i diritti tv, quando la pena a quattro anni di carcere per frode fiscale si è trasformata in dodici mesi di affidamento in prova ai servizi sociali. E senza lo sconto di tre anni determinato da quell’indulto, Berlusconi avrebbe dovuto scontare la somma algebrica delle due condanne, pari a 10 anni.
Ora, se appare certo certo che la procura generale ricorrerà in Cassazione contro l’assoluzione, è altrettanto ovvio che il verdetto ‘riabilita’ l’ex premier, che si è sempre dichiarato innocente. Innegabile anche la vittoria dei "nuovi" difensori del Cavaliere, Franco Coppi e Filippo Dinacci, che hanno preso il posto di Nicolò Ghedini e Piero Longo dopo il coinvolgimento di questi ultimi nell’inchiesta milanese Ruby ter.
Quest’ultima indagine è una delle vicende giudiziarie che ancora pendono sul capo di Berlusconi insieme al ‘caso escort’ su cui indaga la Procura di Bari e all’inchiesta sulla compravendita di senatori che lo vede imputato a Napoli. Senza dimenticare il capitolo economico: la causa di divorzio da Veronica Lario e la causa civile sul Lodo Mondadori che riprenderà in autunno.