La Consulta: “Legge elettorale e diritti gay, il Parlamento non ci ha ascoltato”
Roma, 12 apr. – (Adnkronos/Ign) – Da parte della Corte Costituzionale sono arrivati inviti a legiferare ma ‘è accaduto spesso che il Parlamento non abbia dato seguito a questi inviti. Il che ha costretto talvolta la Corte a dichiarare, quando è stato possibile, l’illegittimità costituzionale delle norme non emendate’. Lo dice il presidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, in una conferenza sull’attività della Consulta nel 2012.
L’esortazione di Gallo nella sua relazione è quella di ‘modificare la vigente legge elettorale’. Una sollecitazione già messa in evidenza attraverso le sentenze della Corte. Secondo il presidente della Corte Costituzionale il ‘Porcellum’ ‘è per certi aspetti, come per il premio di maggioranza, a sospetto di incostituzionalità’.
Gallo, inoltre, invita al riconoscimento dei diritti delle coppie gay. Invito tra quelli rimasti inascoltati dal Parlamento e su cui si sollecita una ‘regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni’.
‘La Corte – aggiunge Gallo- ha escluso l’illegittimità costituzionale della norme che limitano l’applicazione dell’istituto matrimoniale alle unioni tra uomo e donna, ma nel contempo ha affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il diritto fondamentale di ottenere il riconoscimento giuridico, con i connessi diritti e doveri della loro stabile unione’.
Tra gli inviti "inascoltati" anche l’attuale disciplina che prevede l’attribuzione al figlio del solo cognome paterno che ‘costituisce il retaggio di una concezione patriarcale della famiglia’. La Consulta dunque esorta "a introdurre una normativa che abbia una maggiore considerazione del principio costituzionale di uguaglianza tra uomo e donna’.
Il presidente della Consulta fa poi osservare che ‘la Corte guarda con sereno distacco alle accuse di ‘politicizzazione’ nei casi in cui le sentenze non corrispondano alle aspettative di talune forze politiche o dei più influenti gruppi di interesse’.
Tra gli altri temi toccati da Gallo nella sua relazione crisi, fecondazione, carceri e immigrati. ‘Pur riconoscendo l’indubbia gravità della crisi finanziaria, la Corte ha negato che questa possa integrare una sorta di stato di eccezione, tale da giustificare la sospensione, e tanto meno la deroga delle regole costituzionali di riparto delle competenze tra Stato e Regioni’, afferma il presidente della Corte Costituzionale. La crisi, secondo Gallo, deve essere affrontata con decisione, con particolare attenzione ai conti pubblici. Ma non per questo si deve esagerare con il ricorso al decreto legge.
Quanto alla questione di legittimità della fecondazione eterologa "avremo l’urgenza di fissare l’udienza il più presto possibile", annuncia. La Corte è chiamata a pronunciarsi nei prossimi mesi.
La Corte Costituzionale, inoltre, potrebbe pronunciarsi prima delle vacanze estive ("già a luglio") sull’ipotesi che sia incostituzionale la norma che non prevede la possibilità di sospensione della pena quando le condizioni delle carceri non rispettino la dignità umana. Sulla questione, posta dal Tribunale di sorveglianza di Venezia, "darò tutta l’urgenza possibile alla discussione", assicura Gallo.
Per le decisioni che riguardano la tutela dei diritti degli immigrati, Gallo ricorda infine che "fra tutti gli organi giurisdizionali italiani, la Corte Costituzionale è all’avanguardia".
Plaude ai ‘richiami" di Gallo il presidente della Camera Laura Boldrini: "Dobbiamo riflettere. C’è un lavoro che non è stato portato a termine, e io lavorerò per riprenderlo’.