Milano: per omicidi Motta Visconti ipotesi premeditazione
Milano, 16 giu. (Adnkronos) – L’esistenza o meno di una premeditazione nell’omicidio compiuto la notte di sabato rimane l’ultimo tassello che impegna gli inquirenti che indagano sul caso di Motta Visconti. A spingere Carlo Lissi a uccidere la moglie di 38 anni e i suoi due bambini potrebbe essere stata ‘una costruzione mentale’ maturata da tempo: il 32enne, spiegano fonti investigative, potrebbe aver visto nella moglie, ma soprattutto nei figli, un ‘fardello’, una costrizione da cui liberarsi per iniziare una nuova vita. Vita che, nelle sue intenzioni, avrebbe potuto cambiare conquistando ‘in tutta libertà’ la collega corteggiata da tempo ma che aveva sempre respinto le sue avances.
Per questo, gli investigatori non escludono che l’omicidio di Crisitina Omes e dei bambini sia stato preparato e organizzato nei dettagli. C’è un particolare che tenderebbe ad accreditare l’ipotesi: il fatto che la sera di sabato ci fosse la partita della Nazionale e, si fa notare, non è così frequente che "un padre di famiglia abbia la possibilità di allontanarsi da casa la sera tardi e tornare a notte fonda". Poi, ci sono alcuni aspetti della dinamica dell’omicidio che presupporrebbero l’assenza di ‘impeto’ o la temporanea perdita di lucidità mentale.
Lissi, dopo un rapporto sessuale con lei, uccide la moglie con più fendenti, mentre i piccoli li finisce con una coltellata netta alla gola. Poi va in cantina, fa una doccia, si riveste e mette in scena una finta rapina. A quel punto prende la macchina e, dopo aver gettato l’arma in un tombino di Motta Visconti, va in un pub con gli amici a vedere la partita: una volta con loro, esulta per i gol, chiacchiera e si comporta come se nulla fosse. Stessa "indifferenza" o "gelida lucidità" dimostrata di fronte a carabinieri e magistrati una volta confessato il triplice delitto. Carlo Lissi non ha versato una lacrima.