Monito di Bagnasco: ‘Politica non sia più strumento di corruzione e arricchimento’
Città del Vaticano, 28 gen. (Adnkronos) – ‘La gente vuole che la politica cessi di essere una via indecorosa per l’arricchimento personale’. E’ quanto ha detto il cardinale Angelo Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente.
‘Per questo – ha proseguito – s’impone un potere disciplinare affidabile e una regolazione rigorosa affinché il malcostume della corruzione sia sventato, tenendo conto però che a poco servono le necessarie leggi se le coscienze continuano a respirare una cultura che esalta il successo e la ricchezza facile, anziché l’onore del dovere compiuto’.
A livello popolare resta l’idea diffusa di un Paese che fa fatica a vedere l’uscita dalla crisi, è l’immagine di un Paese ‘perennemente incompiuto’, a tale stato d’animo la politica, spogliandosi dei suoi vizi storici, dovrà dare una risposta forte, ha affermato.
‘Si respira – ha aggiunto il cardinale – uno sbilanciamento tra il desiderio popolare di uscire dal tunnel e ciò che viene messo in campo perché l’impresa riesca grazie all’iniziativa dei pubblici poteri. Di qui la percezione di un Paese perennemente incompiuto, che costa molto a se stesso ma non riesce ad ottenere i risultati che merita’.
Quindi ha aggiunto: ‘Sistema non riformabile?, ci si chiede. Dipende dalla capacità della classe politica complessivamente intesa di sfidare i propri vizi storici, mettendo con ciò in riga anche i comportamenti popolari che resistono al cambiamento, come il costume dell’evasione fiscale o quello delle ‘scorciatoie’.
Nonostante ciò, ‘non bisogna cedere alla delusione – ha affermato l’arcivescovo di Genova – tanto meno alla ritorsione: non sarebbe saggio e, soprattutto, sarebbe dannoso per la democrazia’ ha sottolineato Bagnasco, che ha aperto i lavori del Consiglio episcopale permanente, lanciando un nuovo forte appello alla partecipazione al voto. ‘Se è sacrosanto – ha affermato – il ciclico appello al popolo, affinché in coscienza e responsabilità questi decida sulla strada da percorrere e sulla classe dirigente a cui per un tratto affidarsi, a ciò corrisponde il diritto-dovere di ogni cittadino alla convinta partecipazione alla vita civile e politica del Paese’.
‘Per questo – ha precisato il cardinale – merita superare allergie e insoddisfazioni, anche profonde: la diserzione dalle urne è un segnale di cortissimo respiro’. E ancora: ‘Partecipare è dovere irrevocabile, specie se si pretende di inserire questa prossima scelta in un quadro più maturo che coinvolga nei debiti modi l’intera vita civile’.
‘Dobbiamo stare attenti che una certa cultura nebulosa non ci annebbi la vista, inducendoci a non riconoscere più, tra i principi che mandano avanti la società, i fondamenti che non sono confessionali, come si insiste a dire, ma semplicemente di ordine razionale’ ha affermato il cardinale.
‘Si tratta della vita – ha aggiunto – dal suo concepimento alla morte naturale, dunque la rinuncia all’eutanasia comunque si presenti, la libertà di coscienza e di educazione, la famiglia basata sul vincolo del matrimonio tra l’uomo e la donna, la giustizia uguale per tutti, la pace’. Queste ‘sono le determinazioni storico-pratiche o principi basilari, dunque non negoziabili, per i quali c’è un fondamento, oltre che nella ragione, nella nostra stessa Costituzione, e ai quali tutti gli uomini di buona volontà debbono attenersi’.