Pil in picchiata nel 2009: toccherà -4,3%. Inflazione all’1,2%: mai così giù dal ’69

31 Marzo 2009

Roma, 31 mar. (Adnkronos/Ign) – Il pil dovrebbe registrare in Italia un calo del 4,3% nel 2009 (in linea con lo stesso valore dell'area Ocse) e dello 0,4% nel 2010 dopo il +1,5% del 2007 e il -1% del 2008. E' quanto emerge dalle stime preliminari dell'Ocse diffuse oggi nell'Economic Outlook dell'organizzazione internazionale.

L'attività economica in Italia, rileva l'Ocse, ''si è indebolita nel corso del 2008 e la fase di declino è in accelerazione. Le esportazioni sono in calo rapido'' anche perché ''l'Italia, specializzata nei prodotti di lusso, nei beni di consumo durevoli e in beni di investimento, è esposta al pieno vigore della recessione che colpisce i suoi paesi partner''. Anche la domanda di investimenti, rileva l'organizzazione internazionale, ''è scesa bruscamente e la spesa dei consumatori, in particolare per quanto riguarda le auto e i beni durevoli, è a un livello debole, anche se si è registrato un lieve miglioramento delle immatricolazioni a febbraio''.

Mentre il rapporto deficit/pil dovrebbe salire dal 2,5% del 2008 al 4,7% nel 2009 e al 5,9% nel 2010. Nel 2007 era a +1,5% e nel 2006 a +3,4%.

Il tasso di disoccupazione dovrebbe poi salire dal 6,8% del 2008 al 9,2% nel 2009 e al 10,7% nel 2010. In Italia, osserva l'Ocse, ''il tasso di disoccupazione ha iniziato a salire nel 2007, anche se globalmente l'occupazione è aumentata nei primi tre trimestri del 2008. I salari sono aumentati nel 2008, con un gran numero di contratti rinnovati, ma l'inflazione ha rallentato in modo significativo a causa del calo dei prezzi dell'energia''.

Dalle stime dell'Ocse emerge anche che ''le banche italiane fino ad oggi sembrano meno esposte ai prodotti a rischio rispetto a quelle degli altri grandi paesi'', ma i standard di credito si sono molto irrigiditi.

Per quanto riguarda l'area Ocse, nel 2009 il pil dovrebbe registrare un calo del 4,3% dopo il +0,9% del 2008 e il +2,7% del 2007. E nel 2010 dovrebbe attestarsi a -0,1%. Stesso trend anche nella zona dell'euro, area in cui il pil dovrebbe registrare un calo del 4,1% nel 2009 e dello 0,3% nel 2010 dopo il +2,6% del 2007 e il +0,7% del 2008. Negli Stati Uniti il pil dovrebbe registrare un calo del 4% nel 2009. Crescita zero invece nel 2010.

Il pil, a livello mondiale, è previsto in contrazione del 2,7% nel 2009 ma in lieve crescita nel 2010 (+1,2%). ''L'economia mondiale – afferma il capo economista dell'Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel – è in preda alla più profonda recessione degli ultimi decenni'' che avrà ''un forte impatto sulle nostre società''. La disoccupazione aumenterà fortemente in tutti i paesi dell'Ocse e nei paesi del G7 il numero dei disoccupati raddoppierà raggiungendo quota 36 milioni nel 2010. Ma ''nonostante si sia qualificata questa forte recessione mondiale – sottolinea Schmidt-Hebbel – siamo ancora lontani da una nuova 'grande depressione' come quella degli anni'30'', in particolare ''grazie alla qualità e all'intensità delle misure prese dai governi.

Inoltre ''sarà cruciale non ripetere gli errori degli anni '70 e '80 , quando numerosi paesi hanno provato a fare indietreggiare la disoccupazione incoraggiando il prepensionamento''. Perché questo, spiega Schmidt-Hebbel, ''ridurrà la popolazione attiva e frenerà la crescita senza aumentare l'occupazione totale''.

Diffusa oggi anche la stima preliminare dell'Istat relativa all'indice dei prezzi al consumo. A marzo l'inflazione rallenta all'1,2%, dall'1,6% di febbraio. Si tratta del livello tendenziale più basso dal 1969. L'indice dei prezzi, su base mensile, è aumentato dello 0,1%.

Nell'eurozona, secondo la stima flash di Eurostat, l'inflazione scende allo 0,6% a marzo, dopo l'1,2% di febbraio. E' la prima stima flash di Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea. Il dato definitivo e' atteso per il 16 aprile.

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