“I comuni sono la bandiera della Valle d’Aosta”, i sindaci difendono le piccole realtà

07 Gennaio 2022

74 comuni valdostani, di questi 42 sono sotto i 1.000 residenti. Le culle sempre più vuote dell’inverno demografico e lo spopolamento preoccupano queste piccole realtà a rischio estinzione.

A Rhêmes-Notre-Dame la cicogna non arrivava dal 2014. Un fiocco rosa è rispuntato per una nuova nata nel febbraio 2021. Considerati i numeri, il Comune, con meno di 80 residenti, è il più piccolo di tutta la Valle d’Aosta. Un paese che sopravvive senza scuole, senza farmacia e senza poste – le più vicine sono a 11 chilometri, a Rhêmes-Saint-Georges. Sul territorio è presente solo un bancoposta che consente di effettuare prelievi e pagamenti. La carenza dei servizi diventa una ragione in più per andare via. Anche se i motivi dell’esodo sono legati alle esigenze di lavoro. “Siamo piccoli, ma necessari” dichiara il primo cittadino Firmino Thérisod. “Abbiamo un turismo familiare, come familiari sono le attività che sorgono sul nostro territorio: cinque alberghi, quattro ristoranti, due rifugi turistici, due alimentari con prodotti tipici e souvenir”.

Carenza di personale e servizi comunali condivisi: le difficoltà

Con la revisione degli ambiti territoriali sovracomunali, introdotti con legge regionale, i comuni al di sotto dei 2.000 abitanti sono costretti all’esercizio associato di funzioni e servizi. Rhêmes-Notre-Dame, Rhêmes-Saint-Georges e Introd, ad esempio, condividono segretaria comunale, vigile urbano, ufficio ragioneria e ufficio tecnico. Quest’ultimo era già dislocato in via sperimentale a Introd con il primo cittadino Fulvio Centoz durante la legislatura 2010-2015. “Proprio perché all’epoca erano andati via dall’ufficio i vecchi geometri e si faceva fatica a trovare gente disposta a venire quassù” rivela il Sindaco Thérisod. “Il nostro ambito territoriale sta funzionando bene, anche se non c’è stata una riduzione dei costi, anzi c’è stato un aggravio dei lavori” confessa Thérisod. Dall’altro capo della Valle, Gressoney-La-Trinité è associato con Gressoney-Saint-Jean, Gaby e Issime. I servizi in convenzione sono diversi: dalla segreteria alla biblioteca e i tributi. “Non abbiamo visto grossi risparmi, anzi abbiamo dovuto rinunciare al personale. Il nostro comune si regge oggi su sette dipendenti” spiega il Sindaco di Gressoney-La-Trinité Alessandro Girod.

Servizi in ginocchio, accompagnati dalla difficoltà della ricerca di personale. Secondo Giuseppe Dupont, Sindaco di Valsavarenche, che ha affrontato la questione nell’ultimo consiglio comunale dell’anno, per ovviare il problema “bisognerebbe consentire (nuovamente) ai comuni di bandire concorsi ad hoc”, cioè per la propria amministrazione. Anche la permanenza dei dipendenti è limitata nel tempo “abbiamo un turn over pazzesco: restano per un po’, ma appena hanno un’altra possibilità se ne vanno”. “Poi c’è il comparto unico” prosegue Dupont, alludendo al fatto che chi entra in graduatoria, superato un concorso, preferisce gli uffici regionali ai comuni.
La persistenza della carenza di personale previsto in pianta organica accomuna anche Gressoney-La-Trinité. Spiega il Sindaco Girod “se dovessimo richiedere di bandire un concorso difficilmente troveremmo persone che vogliano venire a lavorare quassù, a meno che non siano del posto”.

Mantenere i piccoli comuni di montagna: “un mero calcolo della popolazione non è sufficiente”

Il 25% della popolazione valdostana si concentra nei comuni di media e alta montagna. Piccoli centri che vivono perlopiù di turismo invernale ed estivo. Proprio la forte vocazione turistica è per alcuni un’ancora di salvezza. È il caso di Gressoney-La-Trinité, il comune più distante da Aosta, a 40 chilometri da Pont-Saint-Martin. “Vivere in montagna non è così scontato e non è così facile. In questi ultimi anni i servizi sono andati a perdersi. Non c’è la banca, solo un bancomat, e l’ufficio postale apre tre giorni a settimana. Le scuole ci sono e facciamo di tutto per mantenerle, abbiamo quaranta bambini tra infanzia e primaria” racconta il primo cittadino. Il paese è in controtendenza dal punto di vista demografico, nel 2021 si registrano cinque nascite. Il piccolo centro di circa 300 residenti nei periodi di maggiore afflusso turistico – prima della pandemia – raggiungeva le 6.000 presenze.

“Vivere la montagna è difficile. Ma non possiamo permettere di far chiudere il Comune” è il grido di allarme del Sindaco di Valsavarenche che conta circa 180 residenti. “Il Comune è il clou della vita, è il cuore della comunità”.
“I dati sono inconfutabili e sono la fotografia della situazione, ma se l’intenzione è di valutare la montagna un mero calcolo della popolazione non è il metodo giusto. Le realtà presenti sul territorio vanno accudite. Abbiamo un territorio da salvaguardare che non è da poco” continua Dupont. “Bisogna ragionare su cos’è la Valle d’Aosta e qual è la sua direzione. Se la Valle d’Aosta diventasse una regione di quattro comuni, allora lì apriremmo la porta per precipitare nella città metropolitana di Torino. Sarebbe un disastro. I comuni sono la bandiera della Valle d’Aosta”.

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