Al via la valorizzazione della strada consolare delle Gallie

16 Febbraio 2013

Il ponte romano di Pont-Saint-Martin, il tratto di viabilità scavato nella roccia a Donnas, i resti del ponte romano di Saint-Vincent, le costruzioni di Mecosse e il ponte di Pierre Taillé, nonché i resti del ponte di La Thuile e di Pont Serrand o la strada intagliata nella roccia del Gran San Bernardo. Quante testimonianze del passato ci sono in Valle d’Aosta e in particolare quelle citate sono tutte lungo la via consolare delle Gallie, al centro di un progetto nell’ambito del programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Svizzera 2007-2013, approvato dalla Giunta regionale. I fondi comunitari che la Regione potrà recuperare grazie a questo progetto ammontano attualmente a circa 266mila euro, che potranno poi essere incrementati.

“Il progetto prende in considerazione una delle presenze storiche fra le più importanti della Regione – spiega una nota dell’Amministrazione regionale – ovvero il percorso della strada consolare che faceva della Valle d’Aosta uno dei luoghi di particolare interesse commerciale e strategico nel mondo antico. Il tracciato, che si sviluppa da Pont-Saint-Martin fino al Piccolo San Bernardo e comprende anche la diramazione del Gran San Bernardo, è tuttora costellato di resti più o meno monumentali, ma ancora bene visibili”.

Il progetto, tra le sue finalità, vuole far comprendere come la viabilità fosse uno strumento di gestione di un territorio e delle sue economie. Sarà per questo motivo fatta una valutazione di quanto rimane del percorso viario originale tramite un censimento dei resti noti o presunti, alcuni dei quali, selezionati secondo la loro importanza storica e accessibilità, saranno rilevati e inseriti in un percorso virtuale. “Questo percorso sarà correlato da alcune stazioni fisse di informazione più tradizionali e dalla stesura di un piano strategico di comunicazione e marketing che permetterà l’individuazione dei punti forti del patrimonio e la loro migliore integrazione con il territorio”. Il progetto curato dall’Assessorato regionale alla Cultura, si inserisce in un quadro di iniziative e attività attivate da tempo per recuperare fondi comunitari per il sostegno delle attività di valorizzazione della Regione.
 

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