Con il Fai giovani alla scoperta di Derby
Quando i primi rossori iniziano a colorare le foglie degli alberi e l’aria autunnale comincia a pizzicare sulla pelle, giunge immancabile anche l’annuale appuntamento con le “Giornate Fai d’autunno”. Aggregatisi all’evento nazionale come larga parte dei loro coetanei italiani, i ragazzi del gruppo Giovani del “Fondo ambiente italiano” hanno optato quest’anno per un tuffo nel passato e nella storia di Derby, accompagnando residenti e turisti alla scoperta delle bellezze dimenticate della piccola frazione di La Salle.
Il commento
Ancorché occuparsi unicamente della valorizzazione del territorio, uno degli obiettivi del gruppo Fai giovani è quello di creare rete e sinergie tra le realtà locali: domenica, infatti, accanto alla sola manifestazione autorganizzata, La Salle ha ospitato il celeberrimo evento al tradizionale Pan Nër e la “Foire d’automne”, per l’occasione ambedue raggiungibili comodamente tramite servizio di navetta gratuita.
“È stata una edizione dalle adesioni oltre ogni aspettativa, oscillanti attorno alle circa 400 presenze – commenta la referente di Aosta, Caterina Pizzato -. Tengo molto a ringraziare l’amministrazione comunale di La Salle, in particolare il sindaco Loris Salice e l’assessore Alessandro Battendier, oltre a tutti i privati che hanno aperto i loro beni e permesso a tutti i visitatori di ammirarne in esclusiva le bellezze”.
Derby
Località apparentemente defilata e poco conosciuta, Derby affonda le proprie radici già nell’epoca salassa, salvo poi divenire grazie ai romani sede di una mansio, ovverosia di una stazione di sosta sita lungo la via delle Gallie.
“La storia della frazione inizia nel 1040, quando il capostipite dei Savoia e signore della Valdigne Umberto Biancamano dona rispettivamente due terzi e un terzo di giurisdizione territoriale denominata “Delbia” rispettivamente ai canonici del Capitolo della Cattedrale e al Capitolo di Sant’Orso di Aosta – ha spiegato la guida Giorgia -. In passato, il villaggio è stato indipendente anche dal punto di vista amministrativo e spirituale, sino al provvedimento della “Royale délégation” di Vittorio Amedeo III di Savoia datato 1782 che stabilisce la definitiva unione del suo territorio a quello di La Salle”.
La chiesa di Sant’Orso
Sorta attorno al 1040 e consacrata sia alla protezione del sacerdote valdostano settecentesco Sant’Orso sia, quasi cinquecento anni dopo, a quella del vescovo San Biagio, l’attuale struttura della chiesa è databile XVI secolo ed è stata oggetto di importanti interventi di restauro nel 1967.
“Nel 1861 l’organo attuale, demolito nel 1820 per ordine del vescovo, è stato sottoposto a risistemazione, ciò che lo rende a oggi il più antico della regione con la sola esclusione dello strumento di La Salle datato 1857 – ha raccontato Laurent -. Secondo Don Walter Pettazzoni, parroco di Derby dal 1965 al 2020, il fonte battesimale o battistero in pietra lavorata e recante stemma sabaudo risale al 1688, epoca in cui esso viene utilizzato a guisa di gogna da portare al proprio collo durante la messa in segno di penitenza per i ladri di legna”.
Il campanile
Mentre la base della costruzione, recentemente sottoposta a ristrutturazione, conserva a oggi tracce di muratura a lisca di pesce databili addirittura attorno al XIII secolo, la sezione superiore risulta più recente e collocabile quanto a realizzazione tra il XVI secolo e il XVII secolo.
“La porta è ornata non soltanto dallo stemma dei Savoia bensì anche da un cerchio, identificabile quale circolo della perfezione nonché emblema dei Cavalieri Templari soppressi nel 1310 da Filippo IV di Francia – commenta questa volta Maria Pia -. Nei primi Anni Sessanta, la casa parrocchiale, occupante buona parte della strada, è stata sventrata dal Comune in luogo del fienile della famiglia Bérard sito appena di fronte per provvedere all’allargamento della via di passaggio”.
Il Castello giudiziario
Di proprietà della chiesa ed edificata tra il XIV secolo e il XV secolo, la costruzione rappresenta un tempo la probabile sede giurisdizionale del Capitolo della Cattedrale.
“Il maniero deve il suo nome alla funzione di prigione destinata ai detenuti in attesa di giudizio garantitagli in passato dai suoi ampi scantinati – hanno proseguito Rossana e Giuseppe -. Tale struttura rurale, visitabile soltanto dall’esterno poiché pericolante, possiede antefatti tali da spingere la chiesa a rifiutarne la cessione al Comune e da tentarne invece la vendita senza successo”.
Il Castello notarile
Collegato secondo la tradizione al maniero vicino tramite una galleria sotterranea, l’edificio funge, tra il XII secolo e il XVI secolo, da residenza dapprima dei notai Lachenal e, a partire dall’Ottocento, del notaio Pierre-Gaspard Vernaz, padre di quattro figlie lungamente contendenti l’edificio e i beni a esso correlati.
“L’ultima traccia fisica del soggiorno dei Vernaz coincide con una grande lettera “V” scolpita sul portone in noce e origine grafica di un ontano, simbolo della casata circondato da gigli e melograni a pronosticare nobiltà e prosperità – continua ancora Caterina -. Le lose utilizzate per il tetto, estratte da una cava rocciosa ritagliata dalla montagna retrostante, hanno una età di circa 300 anni, mentre le finestre sono state negli anni ristrette e ridimensionate per via dell’imposizione di tasse sull’ampiezza delle aperture sulla strada”.
Fulcro del Castello notarile, poi, è la sua imponente scala a chiocciola o viret, costruita in pietra verde e alta ben quattordici metri.
“L’attuale proprietario della dimora, Ildo Villerin, riferisce che i solai realizzati con travi in legno quattrocentesche, voltini in pietra, paglia, intonaco e copertura in argilla sono rimasti immutati sin dalla prima costruzione – ha precisato ancora la giovane guida -. Qui, l’uomo ha svolto la sua attività di geometra sino al pensionamento del dicembre dell’anno passato, circondato da busti, candelabri, volumi autografati in francese e ritratti”.
La cappella di Sant’Orso
Conosciuta anche come cappella de la barma e risalente al XVII secolo, la cappella deve il proprio nome alla piccola borgata nella quale essa è sita e ospita la dedica lasciata in dono dai fedeli svizzeri alla Madonna Nera di Einsiedeln del Canton Svitto.
“Nostro malgrado, forse a causa di un incendio, l’immagine originaria è andata perduta e la nuova statua della madonna con il bambino, scolpita da un ignoto artigiano a metà del XV secolo, è ora venerata all’interno dell’abbazia di Einsiedeln – hanno chiarito Elena e Davide -. A oggi la chiesa è in grado di attirare più di 200 mila pellegrini ogni anno e rappresenta non soltanto una tappa importante lungo il cammino di Santiago bensì anche il terzo santuario mariano più popolare d’Europa”.
Ultimi passi a Derby
Uno degli ultimi punti di interesse del tour “derbyon” organizzato dal gruppo Fai giovani di Aosta è stata la cosiddetta torre della Giustizia o delle prigioni, casaforte quadrangolare sede giurisdizionale del Capitolo di Sant’Orso.
“Pochi sanno che la strada romana proveniente da Runaz giungeva in loco attraversando il villaggio di Veulotta, attualmente costituito da soli ruderi abbandonati e giudicato ad altro rischio franoso – ha concluso Federico -. La frazione conserva anche un castagno monumentale la cui età supera i 400 anni e la cui altezza passa i 25 metri”.