Elisabetta II, il lutto del Regno Unito visto da un valdostano residente a Londra
La scomparsa della regina novantaseienne Elisabetta II ha colpito tanto il Regno Unito quanto il resto del Pianeta come un fulmine a ciel sereno: considerata quasi un eterno punto fermo dai suoi sudditi, la monarca britannica ha indubitabilmente lasciato un segno nella storia inglese e internazionale tutta. Dalla periferia di Londra, dove egli vive assieme alla moglie e ai due figli da quattro anni, il valdostano Stefano Massetto racconta di rigidi protocolli e timori sussurrati all’interno di una città ingrigita dal lutto e tappezzata di immagini commemorative.
Una morte, differenti lutti
Nonostante nella più multietnica e multiculturale capitale la circolazione di notizie e messaggi di cordoglio pare essere maggiormente legata a media e web, Massetto si dice certo che il clima di disperazione per la perdita della regnante inglese raggiunga livelli nettamente superiori in tutte quelle regioni limitrofe e in tutti quei paesi di confine dove quello della casata reale rappresenta un autentico culto.
“Inutile sottolineare che la notizia della morte di Queen Elisabeth II sia istantaneamente divenuta l’evento mediatico di questo periodo e che essa sia destinata a restare tale per molte settimane a venire – commenta l’uomo -. Se i londinesi tendono di preferenza ad affidare immagini e post in memoriam a profili e gruppi social creati ad hoc e ai molteplici mega schermi di centri commerciali e piazze dei dintorni, sicuramente maggiore sarà stato il colpo per quegli inglesi dal forte attaccamento alle vicende della nuova generazione di royals”.
Da regina a re
Dopo settant’anni di regno tutto al femminile dove più di una generazione è nata e cresciuta con la costanza della regina, la Gran Bretagna si appresta a incoronare e a salutare il suo nuovo re, Carlo III, oltre che ad affrontare tutti i cambiamenti che tale passaggio comporta nelle abitudini quotidiane dei cittadini, dalla variazione grafica di banconote e francobolli alle modifiche da attuare durante cerimoniali e formule ufficiali.
“L’incognita su come si comporterà colui che prenderà le redini del regno, nei confronti del quale la popolazione nutre comunque poche e basse aspettative, e soprattutto sul ruolo che William giocherà nelle vicende paterne è ancora accesa – spiega Massetto -. Purtroppo abbiamo perso una presenza costante e immutabile proprio in un periodo di transizione e precarietà per noi non semplice a causa delle ripercussioni della Brexit, dei persistenti e continui rincari e di una successione governativa di decadenze e nuove nomine che ci impediscono di guadagnare credibilità agli occhi dell’Europa e del mondo”.
La morte di Elisabetta II spiegata ai più piccoli
Anche all’interno delle istituzioni scolastiche inglesi la scomparsa di Queen Elisabeth II è stata narrata differentemente a seconda dell’età e della provenienza dei bambini e dei ragazzi che le frequentano.
“Nei giorni passati ai miei figli è stato semplicemente descritto quanto accaduto ma so di una scuola in cui agli allievi è stato offerto un servizio supporto psicologico dinnanzi a un decesso che, eventualmente correlato alla perdita dei propri cari durante la pandemia, avrebbe potuto richiamarne il trauma – osserva Massetto -. Forse si tratta semplicemente di una esagerazione, però sono certo che, accanto a coloro che hanno vissuto tale avvenimento con indifferenza, vi sia anche un nutrito gruppo di persone che lo ha invece associato e reinterpretato come la morte di un affezionato famigliare”.
Il protocollo reale
Il prossimo lunedì 19 settembre sarà considerato in tutta Inghilterra giorno di lutto nazionale e vedrà scendere sul paese un’ombra di mestizia testimoniata dalla chiusura di uffici ed esercizi commerciali e dalla periziale interruzione delle comuni attività degli inglesi.
“Forse l’intero cerimoniale e i successivi funerali di Stato riguarderanno maggiormente le istituzioni piuttosto che i comuni cittadini, la cui risposta di cordogliò risulta comunque percepibile dalle lunghe processioni che si snodano davanti al palazzo reale e sarà addirittura amplificato quando il feretro verrà esposto pubblicamente a Westminster – conclude Massetto -. Nonostante una brillantezza e uno spirito a dir poco invidiabili, nell’aria già si avvertiva la chiusura di un’era dal ritiro a vita privata di Elisabetta dopo la morte del marito Filippo e dal trasferimento da Buckingham Palace a Windsor ma il dubbio che ella avesse compreso che vi fosse qualche cosa di innaturale resta latente nell’ubicazione del suo decesso, quella Balmoral suo luogo del cuore nonché residenza estiva dove lei attualmente non avrebbe dovuto trovarsi”.