Alle ‘minoranze etnico-linguistiche’ riservato un ruolo marginale nella contrattazione

09 Febbraio 2009
In un momento così delicato della nostra economia, con una profonda crisi socio-economica e finanziaria in atto e la quasi certezza di veder crescere la disoccupazione e la cassa integrazione guadagni, una ulteriore divisione sui metodi di lotta e di difesa dei diritti del lavoro e dei salari non giova certo ai lavoratori ed, in particolar modo, ai soggetti più deboli ed emarginati della nostra società”. È quanto scrive in una nota il Direttivo Confederale del SAVT, riunitosi venerdì 9 febbraio, in merito alla mancata sottoscrizione da parte della CGIL dell’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali sottoscritto a Roma  dalle OO.SS. Confederali CISL, UIL, UGL, dalle parti imprenditoriali e dal Governo.

Pur evidenziando come l’accordo del 22 gennaio 2009 esprima importanti linee di indirizzo per un nuovo assetto della contrattazione, il SAVT sottolinea ombre, criticità e incompletezza del contratto e il “ruolo marginale se non completamente nullo” riservato a tutte le rappresentanze appartenenti alle “minoranze etnico-linguistiche”.

Esprime inoltre “la necessità di continuare nell’impegno per giungere a contrattazioni regionali che consentano una maggiore autonomia economica e normativa per i comparti pubblici della nostra regione in difesa di tutti i lavoratori pubblici valdostani, ampliando le competenze primarie derivanti dal nostro Statuto d'Autonomia. Per i settori privati auspica che un maggior decentramento e valore della contrattazione di secondo livello possa permettere a tutte le categorie la sottoscrizione di contratti territoriali o regionali che tengano conto delle particolarità e delle peculiarità socio-economiche, ambientali e produttive della nostra Regione”.

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