Il “Lactobacillus” dello Iar, derivato dal siero della Fontina, ottiene il brevetto
Dopo aver annunciato di essere al lavoro su di un nuovo prodotto cosmetico per la cura e il ripristino cellulare della pelle, l’unità di ricerca Heart VdA dell’Institut agricole régional si è vista assegnare il brevetto italiano per invenzione industriale grazie al suo “Nuovo ceppo isolato di Lactobacillus e i suoi impieghi”. Il team valdostano si dice dunque pronto a rivoluzionare l’industria cosmetica locale dimostrando la capacità del siero derivante dalla lavorazione della Fontina, comunemente giudicato uno scarto, di promuovere processi di riparazione cutanea.
“Lo Iar e il laboratorio di genetica del Museo di scienze naturali Efisio Noussan hanno ottenuto la concessione della proprietà intellettuale, rispettivamente al 90% e al 10%, raggiungendo un traguardo significativo nell’innovazione scientifica dell’industria alimentare del territorio – si legge nella nota rilasciata dal polo scolastico aostano -. L’innovazione rappresenta una soluzione sostenibile per la gestione degli scarti di filiera ma soprattutto un’importante novità nel settore cosmetico e offre alle imprese locali l’opportunità di sviluppare prodotti a base di principi attivi naturali altamente efficaci provenienti da materie prime del territorio”.
Il “Lactobacillus delbruekii” isolato dagli scienziati e denominato MF-207A è in grado di stimolare la migrazione cellulare attenuando le infiammazioni e accelerando i processi di riparazione della cute.
“Il brevetto è anche un riconoscimento dell’elevata qualità della ricerca prodotta in Valle d’Aosta oltre che un esempio concreto di economia circolare e di sostenibilità ambientale – prosegue la nota dello Iar -. Questo potrebbe avere un impatto positivo sulla comunità locali, favorendo nuove opportunità di business per le aziende e di crescita economica per l’intera regione”.
Dal siero della Fontina cosmetici e farmaci per il benessere della cute
Anche uno scarto come il siero derivante dalla lavorazione della Fontina Dop può avere una seconda e nuova vita che ne riutilizzi i principi nutritivi limitandone lo spreco. Dalla volontà di valorizzare questo sottoprodotto nascono alcune delle sperimentazioni avviate negli ultimi tempi dall’unità di ricerca Heart VdA dell’Institut agricole régional, tra le quali figurano la bevanda energetica TypicAlp power drink e il latte fermentato YoAlp.
Il progetto del team più recente in termini temporali punta a realizzare dai residui della produzione del formaggio più celebre della Valle d’Aosta cosmetici e farmaci per il benessere e il ringiovanimento della cute. L’iniziativa, il cui brevetto è già stato depositato in Italia nel 2021 e in Europa nel 2022 e si trova tuttora in attesa di ricevere la propria ufficialità, è in fase di realizzazione ma sta già regalando agli esperti che se ne occupano i primi e importanti risultati.
“Abbiamo anzitutto lavorato il siero della Fontina ultrafiltrandolo e separandone la parte liquida, che per sua natura contiene zuccheri e sali minerali oltre che galatto-oligosaccaridi benefici per l’organismo – spiega Sabina Valentini, responsabile dell’Unità laboratori di analisi dello Iar -. Il permeato così ottenuto viene fatto fermentare con un ceppo di lactobacillus valdostano per estrarne tutti quei principi attivi potenzialmente interessanti per mantenere viva e vitale la microflora di superficie e potenziare il microbiota della pelle aumentandone così le difese”.
Il prodotto così formato non soltanto possiede proprietà prebiotiche, che favoriscono la crescita di batteri cutanei benefici contrastando al contempo la proliferazione di quelli patogeni, bensì rappresenta una soluzione sostenibile per la gestione di quello che altrimenti verrebbe considerato un rifiuto.
“Grazie al supporto dell’Università degli Studi di Torino, abbiamo potuto testare il preparato su alcune cellule umane, constatando come sia capace di accelerare la guarigione delle ferite grazie ai suoi componenti post fermentazione – prosegue Valentini -. Grazie a un nuovo progetto che dovremmo poter avviare già nei giorni a venire, studieremo gli sviluppi futuri di tale innovativo esperimento ancora in itinere”.
L’unità di ricerca Heart VdA dello Iar prevede di aprirsi prossimamente a collaborazioni con alcune start up locali per ideare e creare un nuovo prodotto che sia, come i suoi predecessori, interamente made in VdA.
“Dall’analisi del cosmetico messo a punto a partire dal principio attivo generato in laboratorio è emerso che il prodotto non è irritante e risulta essere adatto alle pelli sensibili – conclude Valentini -. Grazie alla sua capacità di ripristinare l’integrità perduta della pelle, esso potrà essere utilizzato anche con funzione anti-aging”.