La Cisl aumenterà presenza e sedi in Valle d’Aosta
“Nelle periferie – Con i giovani e il lavoro”, è il titolo che la Cisl ha voluto dare quest’anno alle sue assemblee organizzative, a rimarcare lo sforzo che la sigla sindacale vuole compiere per venire incontro alle aree più svantaggiate dei territori che compongono il Paese. “Abbiamo deciso di dedicare a questo tema le nostre assemblee per capire come esserci, facendo anche sforzi economici – ha commentato la segretaria nazionale Annamaria Furlan, oggi in visita al congresso valdostano che si è svolto ad Ollignan di Quart –. Abbiamo infatti stanziato un fondo di 200 mila euro per portare i servizi e la presenza della Cisl dove non c’è”.
Per questo motivo, il segretario regionale Jean Dondeynaz, a margine, ha spiegato che l’obiettivo del futuro prossimo del sindacato in Valle “sarà quello di andare nei luoghi più lontani, per portare i nostri servizi in materia fiscale, di assistenza e di difesa dei consumatori, oltre che una maggiore inclusione sociale, con i centri d’ascolto”. In parole povere, un primo scopo sarà quello di aumentare la presenza fisica, affiancando alle già esistenti sedi di Aosta e Verrès una nuova in Alta Valle, a Morgex: “Vogliamo però riuscire anche ad essere itineranti, a seconda di bisogni e stagionalità, su tutto il territorio”.
Puntare sui servizi, come il patronato Inas e il Caf può essere sicuramente “un primo approccio per portare nuovi iscritti all’organizzazione”. Non a caso, secondo Furlan, “chi lavora nei servizi Cisl è a tutti gli effetti un militante dell’organizzazione: abbiamo un numero straordinario di persone che si tesserano dopo aver usufruito di questi”. Anche Barbara Abram, della Fps-Cisl regionale, ha insistito sulle strategie per rimpolpare le file del sindacato: “Ad esempio abbiamo organizzato un corso di francese per superare i concorsi in Valle d’Aosta, da questi, una volta passato l’esame, molti si sono ricordati dell’aiuto della Cisl e si sono iscritti”.
Durante la sua relazione, Furlan, ha ripercorso un anno di lotte dei lavoratori, a partire dalla grande manifestazione unitaria di febbraio in piazza del Popolo a Roma, per poi passare dalle proteste o dagli scioperi di agricoltori, pensionati, lavoratori edili, funzione pubblica, metalmeccanici e alle prossime mobilitazioni nei trasporti: “Siamo in un periodo in cui il lavoro passa in secondo piano, mentre in primo piano spicca soltanto la vicenda di 40 disperati su una barca del Mediterraneo”.
“Siamo diventati un paese – ha commentato poi – dove il penultimo ha paura dell’ultimo, anche perché c’è chi si dedica bene a inculcare questa paura”. Furlan infine contesta gli ultimi dati Istat che segnano un aumento dell’occupazione: “Attualmente ci sono 150 mila operai in bilico”, afferma prima. “A fronte dell’aumento dei posti di lavoro – continua poi – diminuiscono le ore lavorate: questo vuol dire tante casse integrazioni e contratti da due, tre ore al giorno”.