Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo “urgenti cambiamenti nel Decreto lavoro”

11 Maggio 2023

Anche in Valle d’Aosta Cgil, Cisl e Uil alzano la voce contro le decisioni di politica industriale, economica, sociale e occupazionale prese dal Governo. Tra i mesi di aprile e maggio, le sigle hanno avviato una mobilitazione unitaria attraverso una campagna di assemblee nonché attraverso tre manifestazioni interregionali, le prossime delle quali in programma sabato 13 maggio a Milano e sabato 20 maggio a Napoli.

Nasce il Decreto lavoro: le nuove misure introdotte

Dalle 16 di oggi, giovedì 11 maggio Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil pensionati saranno a disposizione per rispondere a dubbi e domande della cittadinanza del nel gazebo installato in Place des Franchises ad Aosta.

“Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”

Come sottolineato da Vilma Gaillard, segretaria generale Cigl VdA, a dare vita alle iniziative sindacali su tutto il territorio italiano è stata anzitutto la distanza assunta dal Governo in merito alle idee e alle posizioni delle tre sigle.

“Ogni punto da noi trattato non si esaurisce alla sola critica bensì lancia alcune proposte mirate per il mondo del lavoro sinora mai state davvero ascoltate – ha spiegato Gaillard -. Nonostante il Decreto lavoro sia stato approvato il 1º maggio, le organizzazioni sindacali sono state convocate soltanto il 31 maggio, cosa che di fatto mina la nostra stessa Costituzione oltre che il nostro ruolo di tramite tra cittadini e istituzioni”.

La folta delegazione in partenza il prossimo sabato dalla Valle d’Aosta sarà composta da due pullman e diverse macchine, sintomo di una buona risposta da parte della popolazione valdostana alle accuse sindacali al neo approvato decreto.

Salari e pensioni

“Vorremmo cercare di cambiare le errate impostazioni a nostro avviso date dal Governo, in primis tutelando i redditi e gli stipendi degli italiani nonostante l’inflazione che al momento sta galoppando – ha osservato Jean Dondeynaz, segretario generale Cisl -. È bene anche rassicurare i professionisti in materia di fisco tramite una apposita riforma che riduca il carico su lavoro e pensioni e incrementi la tassazione di extraprofitti e rendite finanziarie”.

Stando a quanto illustrato da Gaillard, a oggi l’evasione fiscale si aggira attorno ai 100 miliardi di euro ma il nuovo Decreto lavoro pare non prevedere la possibilità di arginarla.

“Ora i benefici sugli stipendi di un cuneo fiscale pari al 7% vengono di fatto annullati da altissimi livelli di inflazione che minano il potere di acquisto degli italiani – ha constatato la segretaria generale Cgil -. È dunque per noi vitale riuscire a mantenere un continuo dialogo con i lavoratori attraverso le assemblee di base, che negli ultimi tempi sono state ben 60 nella sola Valle d’Aosta, una forma di contrasto al populismo che identifichi carenze e conseguenze delle manovre su professionisti e pensionati”.

I contratti

Le forme di lavoro irregolari o precarie, i tirocini extracurriculari, le false partite iva, la discontinuità lavorativa con contratti di breve durata e i part time involontari fanno a oggi il paio in Italia con un forte ritardo nel rinnovo dei contratti collettivi nazionali di milioni di impiegati.

“Uno dei settori che maggiormente risente di tali dinamiche è quello socio-sanitario, nel quale si dimostra quantomai urgente riuscire a recuperare lavoratori e a eliminare le sacche di precariato che ancora ci impediscono di guardare avanti – ha commentato Dondeynaz -. Bisogna disincentivare politiche di assunzione precaria o a tempo determinato che non garantiscono maggiore libertà bensì rappresentano autentiche forme di sfruttamento dei singoli cittadini”.

Le pensioni

Sul piano delle pensioni, numerose sono le richieste di Cgil, Cisl e Uil, a partire dalla cancellazione della legge Monti-Fornero e dalla riforma in direzione socialmente sostenibile del sistema previdenziale.

“La nostra piattaforma propone di estendere la flessibilità in uscita, permettendo alle lavoratrici e ai lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni di età anagrafica o con 41 anni di anzianità contributiva – si legge nella nota congiunta delle tre sigle sindacali -. Dobbiamo valorizzare sul piano previdenziale donne, categorie fragili e impieghi gravosi e usuranti, oltre che introdurre una pensione contributiva di garanzia per giovani, poveri e assunti discontinui”.

La sanità

Per Ramira Bizzotto, segretaria generale Uil, a fronte di un’emergenza sanitaria che la pandemia non ha fatto altro che evidenziare, è necessario oltre a servirsi dei fondi Pnrr anche incrementare i finanziamenti del Fondo sanitario nazionale.

“Parliamo di costruire un nuovo ospedale per la città di Aosta quando quello già esistente opera con cinque reparti chiusi mettendo in seria difficoltà soprattutto il pronto soccorso – le parole di Bizzotto -. Dobbiamo rendere più appetibile la professionalità attraverso un compenso più giusto invogliando i medici a trovare impiego nella regione anziché nella vicina più promettente Svizzera”.

Gli altri punti

Tra le altre linee di azione identificate da Cgil, Cisl e Uil figurano salute e sicurezza, malattie professionali, infortuni e morti sul lavoro: gli interventi più utili in tal senso secondo le sigle sarebbero non soltanto la “cancellazione di incontrollati subappalti a cascata, il contrasto all’età avanzata nei lavori gravosi e usuranti e l’implementazione della sorveglianza sanitaria” bensì anche crescenti investimenti nella formazione, nei controlli, nelle banche dati pubbliche, nella medicina preventiva e di genere e nelle prerogative dei rappresentanti dei lavoratori.

Anche le politiche industriali rivestono a parer dei sindacati un ruolo importante nel garantire sviluppo e uguaglianza all’intera Penisola: digitalizzazione, transizione energetica e conversione green sono tre delle parole chiave su cui essi sostengono debba basarsi l’azione del Governo, che dovrebbe investire in nuove competenze, forme di occupazione stabili, infrastrutture materiali e immateriali e misure di fiscalità a vantaggio delle imprese e delle lavoratrici e dei giovani che vi operano.

In conclusione, le sigle domandano di mettere in campo un vero piano di edilizia residenziale pubblica capace di rilanciare le politiche abitative nel nostro Paese, affrontando le emergenze provocate dall’aumento dei costi di acquisto e affitto nonché dalla ripresa generalizzata degli sfratti.

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