Aosta, 2 milioni di euro di bollette dell’acqua non pagate
Ad Aosta, in cassa, mancano 2 milioni di euro dalle bollette dell’acqua. Il dato è emerso oggi in Consiglio comunale, a seguito di una mozione presentata dai tre consiglieri del Gruppo misto di maggioranza Pietro Verducci, Vincenzo Caminiti e Antonio Crea.
Il dato totale tiene conto delle morosità dal 2014 al 2018, anno che vede gli incassi dimezzati anche perché la cittadinanza è ancora alle prese con i pagamenti.
Tra gli insolventi, si apprende, al terzo quadrimestre del 2017, ci sono ben 184 condomini, 69 attività, 256 privati cittadini ma anche 2 Enti pubblici (per 265mila euro) che, per privacy, non sono stati rivelati in Consiglio.
La mozione, oltre alle spiegazioni del caso, chiedeva anche di provvedere con urgenza a recuperare il dovuto da “reinvestire nell’ottimizzazione del servizio in esame”, cioè nel Servizio idrico stesso.
A rispondere l’Assessore all’Ambiente Delio Donzel: “Il problema dei due milioni di euro dovuti c’è e resta – ha spiegato -, ma la percentuale di morosità è la stessa che c’è in tutti i comuni e a livello nazionale. A volte ci sono delle difficoltà per le famiglie a pagare il servizio, in altri casi invece si sa che il Comune non può togliere l’acqua anche per ragioni igieniche e sanitarie”.
Un recupero non facile
Recupero delle somme il cui nodo non è semplice da dirimere: “A volte – prosegue Donzel – ci sono dei ritardi, ma altre ci sono delle attività commerciali morose che nel frattempo sono fallite o se ne sono andate via. Sui ritardi possiamo agire, anche perché quei fondi servono per le migliorie al servizio”.
La possibile soluzione che passa da In.Va
L’Assessore non ne fa un dramma: “È vero, mancano 2 milioni che dobbiamo recuperare, ma abbiamo un totale di 20 milioni pagati, ed il 2018 è ancora in fase di bollettazione. Ora faremo una Commissione con il dirigente per trovare una soluzione e metteremo in campo un’azione con In.Va per sanare la situazione. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, e ad ogni insolvente mandiamo delle lettere, e ne abbiamo mandate più di 130 nel 2018, in cui ricordiamo anche il totale dovuto all’amministrazione”.
Qualcosa, a livello nazionale, si muove: “Ci sono delle possibilità – chiude Donzel – come quella di ridurre la pressione dell’acqua alle attività in caso di morosità, ma aspettiamo di capire se ci sono disposizioni statali più precise”.