Governo Fosson: dall’Uv arriva un “sì” sofferto. Baccega verso la Sanità
Dopo oltre tre ore di discussione, il parlamentino unionista riunito questa sera al Villair di Quart dice “sì” al Governo Fosson. Un via libera che segna però una frattura nel Mouvement, come dimostrano i risultati della votazione palese per alzata di mano: 47 favorevoli, 22 contrari e 4 astenuti.
Ancora più sofferta la ratifica dei due assessori del Leone rampante. La proposta di Mauro Baccega alla Sanità (a Chatrian andrà ora l’Ambiente) e Renzo Testolin al Bilancio e Finanze passa con soli due voti di scarto: 35 a 33 con 4 astenuti. I mal di pancia degli unionisti sono tutti legati all’esponente di Epav, e non basta neppure l’annuncio che potrebbe iscriversi al Mouvement per farli passare.
Ad illustrare la situazione ai membri del Conseil è stato il presidente Erik Lavevaz: “Siamo stati chiamati a formare un governo d’emergenza a diciotto per cercare di sbloccare la situazione che si è venuta a creare ed eventualmente andare al voto in primavera con un nuovo sistema elettorale. Sappiamo che la soluzione non è sempre quella che si vorrebbe, ma in questo caso il Conseil è chiamato a votare se sostenere o meno l’accordo”. L’incognita, per Lavevaz, è capire se i quattro movimenti autonomisti – Union Valdotaine, Union Valdôtaine Progressiste, Alpe e Stella Alpina – si rafforzerebbero individualmente (o con una nuova e diversa maggioranza) o uniti in vista delle eventuali elezioni. Dopo aver dato i numeri sugli assessorati (due all’Uv, Uvp e Alpe e uno a Stella Alpina), si sono fatti sentire i mugugni sul nome di Emily Rini possibile presidente del Consiglio.
A sostenere le ragioni del No, il vicepresidente Osvaldo Chabod: “Nei mesi passati abbiamo cercato di rimettere il movimento al centro della politica. Abbiamo discusso di temi e contenuti per dare solidità al progetto, ma dopo qualche tempo la discussione si è spostata sulle posizioni apicali trascurando i contenuti. Il problema non è nei numeri ma nell’unità e nella condivisione del progetto da parte dei diciotto. Sono pronto a rimettere il mio mandato nelle mani del Conseil se la mia posizione dovesse essere avversa al movimento”.
Sposa questa posizione anche il sindaco di Etroubles Marco Calchera: “Qui si sta facendo un’operazione di maquillage politique: è un progetto di quindici autonomisti e tre opportunisti. La filosofia del “il nemico del mio nemico è mio amico” è quella che ci ha fatto perdere le elezioni”. Come lui la pensano in molti, mettendo sul piano della bilancia il rischio di rafforzare la Lega e di essere ricattabili.
Guido Grimod, ex sindaco di Aosta, mette in guardia dai rischi che si possono correre ad essere “duri e puri. Dobbiamo governare la Valle d’Aosta con responsabilità, riunire i movimenti autonomisti e ricominciare a parlare per avere un governo credibile e non cedere alle destre di Lega e Movimento 5 Stelle. La Lega vuole dividere il fronte autonomista, noi dobbiamo appoggiare la riunificazione. La scommessa sarà poi mantenere in piedi il progetto”. Con lui, Renzo Testolin, nome indicato per l’assessorato al Bilancio e Finanze “Abbiamo cercato di costruire qualcosa che ci permettesse di non essere isolati ed un nuovo progetto autonomista. Avrei preferito Impegno Civico ma ci sono state troppe divergenze. Questo progetto rafforza i quindici ed i quattro movimenti, bisogna scegliere il meglio che si possa fare in questo momento. E bisogna anche far capire alla gente che non facciamo questo per le poltrone, che sono solo due”.
Nel coro dei favorevoli anche l’ex Presidente della Regione, Augusto Rollandin:” Quanto dura programma di emergenza? Tempo di trovare delle risposte. Capisco che non tutti siano entusiasti, ma l’alternativa sono le elezioni. Questa soluzione non è l’ideale, ma non ce ne sono altre. È un buon punto di partenza. Si proverà a dare una soluzione ai problemi di emergenza”.