“Il Pd della Valle d’Aosta ha scelto di non sciogliersi in una formazione regionale radicale”

29 Maggio 2009

Caro direttore,

ho letto con attenzione la lettera con la quale Vincenzo Calì fa la sua dichiarazione di voto da, presumo, ex dirigente del Partito Democratico. Egli sostiene questa scelta, peraltro pubblicamente già nota, con un ragionamento che non posso condividere né sul piano dell'analisi dei fatti né su quello del giudizio conclusivo.

Il Partito Democratico nasce, e Vincenzo Calì dovrebbe saperlo avendo condiviso come me l'esperienza fondatrice nell'Assemblea Nazionale del PD, per unire le diverse culture riformatrici e progressiste del paese e, attraverso queste, portare un cambiamento strutturale della politica italiana. […]

Il progetto, per quanto ambizioso, è, e rimane, quello di costruire un soggetto politico moderno, popolare e autenticamente riformatore, capace di rappresentare il meglio della società civile laica, cattolica, ambientalista e autonomista.

Non ho motivo di credere che, da noi in Valle d'Aosta, le scelte, i comportamenti e le strategie messe in campo dalla dirigenza locale del PD abbiano avuto degli intenti diversi. Nelle assemblee che ho seguito, e a cui ho cercato di dare il mio contributo, ho sempre visto lo sforzo di cercare di rafforzare quella identità democratica e riformatrice attraverso il confronto sui problemi reali: il sistema di welfare che rischia di esplodere, la crisi che colpisce le famiglie, il lavoro e lo sviluppo economico e sociale dei nostri territori.

Sulle elezioni europee e sulla collocazione del partito nell'esperienza del Galletto mi è sembrato di vedere un confronto politico trasparente tra chi voleva investire su una prospettiva di scioglimento del Pd in una formazione regionale radicale e chi credeva nella necessità di lavorare sulla autorevolezza, sulla credibilità e sull'autonomia di un processo costituente appena iniziato. La stragrande maggioranza del partito ha scelto questa seconda via. Poi i processi alle intenzioni, le dietrologie, le interpretazioni, le ambiguità e le incoerenze hanno lo spazio che noi stessi decidiamo di dar loro con i nostri comportamenti, salvo poi criticare quella politica nazionale urlata e piena di insulti che ci propinano quotidianamente.

Il Pd nasce per fare altro, per rompere lo schema e voltare pagina, rimettendo al centro i problemi reali e costruendo proposte di governo della cosa pubblica che possano coinvincere i valdostani e gli italiani, tutti, che si può migliorare. Se le formazioni politiche che compongono il Galletto matureranno degli obiettivi analoghi e una cultura politica nuova non vedo per quale motivo non ci si possa incontrare in futuro. Oggi, votare per il PD, significa votare per delle idee e dei progetti utili per l'Europa e per la Valle d'Aosta, per contrastare il populismo berlusconiano e il tentativo di destrutturare le nostre istituzioni ma anche per un cambiamento più ambizioso e urgente del fare politica: per una politica "normale" e moderna.

Fabio Protasoni

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