“Serve un Consiglio regionale che si assuma la responsabilità del proprio ruolo”
L’esito delle elezioni regionali si incrocia, purtroppo, con il peggioramento della crisi economica e il grave aumento della disoccupazione che in questi giorni ci riporta alla realtà dopo la sbornia elettorale. Commenti, analisi del dopo voto, tattiche e equilibrismi (quasi tutti hanno vinto le elezioni…) sembrano non tener conto del messaggio implicito che è venuto dagli elettori e della gravissima situazione in cui si trova la nostra comunità. Nessuno schieramento ha ricevuto un mandato netto: la maggioranza regionale esce dalle elezioni con un ridimensionamento clamoroso che, in qualsiasi paese normale, dovrebbe suggerire almeno un po’ di autocritica; l’opposizione soffre il vento nazionale di sfiducia e l’immaturità della propria proposta di governo e, di conseguenza, non convince fino in fondo. Al di là del dato elettorale contingente si è chiusa una fase politica e Il risultato, come per certi versi succede in campo nazionale, rischia di produrre più immobilismo che cambiamento. Servirebbero risposte forti, riforme incisive e investimenti mirati per far ripartire lo sviluppo, l’occupazione e combattere le conseguenze sociali di una crisi con la quale dovremo fare i conti ben oltre il miglioramento dei semplici indici economici. Allora cosa fare? Propongo tre cose: 1) I partiti continuino il processo di rigenerazione delle proprie forme e dei propri programmi: più trasparenza, più rinnovamento, primarie vere e meno demagogia e ideologie inutili. 2) Si continui pure la lotta politica, anche dura, cercando di far cadere o, viceversa, di mantenere al suo posto un Governo Regionale debole ma si provi nel contempo a mettere le basi per il dopo. C’è bisogno di una nuova legge elettorale, una riforma vera della politica, nuove garanzie e contrappesi per togliere spazio alla mera gestione del potere e restituire alla società civile luoghi di partecipazione e di autonomia. 3) Si faccia un patto tra le forze politiche per ridare centralità al Consiglio Regionale perché affronti, senza giochetti e pregiudiziali, la crisi economica e occupazionale e la sofferenza delle famiglie valdostane e dei poveri che aumenta. Nella precedente legislatura non tutte le forze politiche, per ragioni diverse, hanno valorizzato quanto si è fatto con la Commissione Antimafia e con la Commissione Rifiuti. Quelle due esperienze, al di là dei limiti intrinsechi, hanno rappresentato una innovazione: consiglieri che studiano e confrontano idee e soluzioni, tempi predefiniti, trasparenza degli atti e del dibattitto e la possibilità reale di intervento da parte della società civile. E’ uno schema di come potrebbero essere le istituzioni democratiche valdostane. Abbiamo bisogno di un Consiglio Regionale che si assuma la responsabilità del proprio ruolo, di una Giunta esecutiva e non autarchica e di partiti che portino nella società un dibattitto vero e non ideologico e di azioni concrete e condivise. Ne abbiamo urgente bisogno.
Fabio Protasoni
Presidente Partito Democratico