Tra progettualità future e nuove inaugurazioni, le novità nelle scuole di Donnas ed Émarèse
Con l’avvio dell’anno scolastico oramai alle porte, l’andamento demografico quantomai altalenante degli ultimi anni inizia a spingere numerosi comuni valdostani a compiere importanti scelte nella direzione della riattivazione temporanea o della soppressione definitiva del servizio offerto dai plessi del paese. Emblematiche, in tal senso, sono le due casistiche delle scuole di Émarèse e Donnas, l’una riaperta quest’anno e l’altra invece oggetto di imminente ristrutturazione.
Il caso Émarèse
Dopo più di trent’anni durante i quali i piccoli residenti si sono trovati costretti a frequentare la recentemente chiusa scuola primaria “Ruelle” di Monjovet, Émarèse si appresta a riavere a disposizione una sede elementare dotata di tre aule pronte ad accogliere in un contesto pluriclasse i suoi primi diciannove bambini.
“Gli spazi che abbiamo ritagliato all’interno di alcuni uffici comunali, appositamente risistemati e dotati di attrezzature scolastiche che insegnanti e volontari si stanno occupando di allestire, ci permettono di destinare alle famiglie residenti un ulteriore per quanto ridotto plesso oltre quello dedicato all’infanzia – commenta la sindaca Lucina Grivon -. Peraltro, di concerto con la Regione, abbiamo scelto di organizzare la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico proprio nei locali delle rinate elementari del paese”.
Per nulla intimorita da fenomeni che, come i cali della natalità o lo spopolamento dei piccoli villaggi di montagna, rischiano di minare le basi stesse della vivibilità del paese, l’amministrazione si dimostra fiduciosa nelle potenzialità inespresse del proprio territorio nonché nei giovani nuclei famigliari rimasti o trasferitisi in paese attratti da offerte quali doposcuola annuali ed estivi che li agevolino nella gestione parallela di vita personale e vita professionale.
“I bambini rappresentano il nostro futuro nonché la nuova generazione sulla quale dobbiamo credere e investire al fine di scongiurare, tramite quantità e qualità dei servizi offerti ai residenti, il pressante rischio di abbandono cui molti comuni sono loro malgrado soggetti – continua Grivon -. A oggi possiamo dire di essere coperti quanto a numero di iscrizioni per le annualità a venire, ma qualora l’ombra della chiusura dovesse tornare a minacciarci, siamo comunque consci di non aver effettuato particolari o cospicui investimenti per edificazioni o ristrutturazioni di fatto onerose per ambedue Comune e popolazione”.
Il caso Donnas
Altra faccia della medaglia, invece, da tempo Donnas ospita e mantiene attivi sul proprio territorio ben due diversi poli scolastici, quello sito nella zona del capoluogo comprendente i due plessi di infanzia e primaria e quello invece sito nella frazione di Vert che oltre alle due distinte sezioni ingloba anche il servizio mensa.
“Consci dei ritardi e dei rimandi che hanno interessato la nostra adesione al bando di finanziamento facente capo al Pnrr e indirizzato il totale rifacimento della sede di Vert, abbiamo quest’anno scelto di mantenere una linea di azione identica a quella che ha contraddistinto gli anni passati – spiega il sindaco Amedeo Follioley -. Dal momento che il paese ospita anche un Caf, peraltro, materne ed elementari del capoluogo accoglieranno un numero maggiore di bambini tra i quali anche alcuni ucraini la cui quantità effettiva è ancora in fase di in definizione”.
A seguito di una prima fase di partecipazione al progetto, il Comune si appresta ad affrontare due ulteriori step per vedere andare a buon fine idee e iniziative pensate per l’istituzione scolastica, rispettivamente una preliminare scrematura delle candidature presentate e la selezione del progetto vincitore cui attenersi nella realizzazione dell’edificio.
“Siamo tuttora in attesa poiché sino alla fine dell’anno non sapremo chi il Ministero sceglierà di premiare perciò è a oggi prematuro dare date certe o fare congetture sul futuro – conclude Follioley -. Stanti l’ultimazione dei lavori del plesso stabilita entro il 2026, il nostro desiderio sarebbe quello di avviare i vari interventi di Vert all’inizio del prossimo scolastico 2023/2024, ma, nonostante un cronoprogramma preciso e dettagliato, stiamo aspettando i risultati definitivi prima di lanciarci in questa nuova avventura”.
Il grido di allarme della minoranza
Attraverso una mozione e una interrogazione datate marzo 2021, la minoranza consiliare ha voluto sottolineare l’esigenza di svolgere alcune indagini tecniche finalizzate a prendere coscienza dei rischi sismici e statici delle sedi scolastiche di Donnas, le quali, una volta effettuate hanno alfine rivelato l’inadeguatezza strutturale del plesso di Vert.
“Nell’ottica di una assoluta priorità verso sicurezza e salvaguardia di alunni e insegnanti, l’edificio avrebbe dovuto essere demolito e successivamente ristrutturato in toto ma la maggioranza ha sempre rifiutato di stanziare fondi comunali per i lavori ostinandosi ad attendere l’eventuale finanziamento derivante dal Pnrr – critica Fabio Marra -. Anche la nostra proposta di ripensare il sistema scolastico suddividendo i differenti poli in maniera maggiormente chiara e comoda per dedicarli ognuno a uno specifico grado ed eliminare così i cosiddetti doppioni di infanzia e primaria è stata bocciata”.
Da numerosi anni, poi, Donnas si trova a soffrire di una forte denatalità nonché a risentire di una costante fuga dei suoi residenti, tanto che le nuove classi prime delle scuole elementari di Vert e capoluogo per il prossimo anno scolastico 2022/2023 contano rispettivamente sette e due iscritti.
“Vantiamo numerosi servizi quali la nostra mensa di eccellenza che punta su prodotti locali o i momenti di prescuola e doposcuola che tuttavia non siamo in grado di valorizzare come, per converso, è riuscito a fare il Comune di Pont-Saint-Martin che, attraverso l’iniziativa delle porte aperte, ha saputo attrarre quei quattro nostri piccoli residenti necessari alla costituzione di una classe completa comprendente un minimo di dieci bambini – rincara Marra -. Siamo l’unico paese in Valle d’Aosta a gestire una proposta di tate famigliari a oggi così richiesta dalla popolazione da garantirci una copertura di iscrizioni sino al 2024 ma così onerosa quanto a limiti e costi da averci spinti a richiedere alla maggioranza di prevedere, anziché gli spazi in affitto da privati, altre aule nella nuova sede di Vert atte eventualmente a incrementare la nostra offerta”.