“Chi voleva cancellarmi ha raggiunto il suo obiettivo ma adesso restituitemi un po’ di normalità!”
Chiunque digiti il mio nome su un qualsiasi motore di ricerca in Internet vede apparire tutte le notizie, in seguito rivelatesi non vere con tanto di archiviazione da parte del Pubblico Ministero Pasquale Longarini, inerenti la vicenda scoppiata, più di due anni fa, a seguito di una conferenza stampa dai toni liquidatori e perentori della Guardia di Finanza di Aosta (2 maggio 2013) e che mi ha visto coinvolto.
Può essere facilmente evidente a tutti che il protrarsi di questa situazione danneggia qualunque possibilità di normalizzazione di un’esistenza.
L’Ordine dei Giornalisti, di cui peraltro faccio parte come pubblicista, ha affrontato più volte la materia sul piano etico e deontologico, riconoscendo addirittura il “diritto all’oblio”, dopo un certo periodo di tempo, a chi ha subito condanne e, quindi, a maggior ragione, riconoscendo il pieno diritto a chi, una volta accusato ingiustamente di un reato, possa ottenere uguale spazio sui mass media nel momento della smentita, ma questo, come sto vivendo sulla mia pelle, molto, (troppo) spesso non avviene. A questo proposito intendo anche muovermi con alcuni parlamentari perchè le normative siano, in questo senso, più chiare e a tutela dei tanti “mostri sbattuti in prima pagina” e la cui smentita finisce nelle “brevi”.
Flavio Martino