Concorso grafico Tor des Géants, “da Vda Trailers poca serietà e trasparenza”

11 Febbraio 2014

Abbiamo oltre 15 anni di esperienza alle spalle e in questi anni abbiamo partecipato come giurati esperti a diversi concorsi nazionali e regionali. Siamo membri dell’AIAP (l’Associazione Italiana design della comunicazione visiva), come diversi altri grafici e designer di Aosta. AIAP è attenta all’applicazione delle norme ICOGRADA / ICSID / IFI per l’organizzazione dei concorsi, fornisce consulenza agli istituti che ne fanno richiesta affinché istruiscano concorsi che promuovano la qualità della comunicazione visiva e siano rispettosi dei diritti dei professionisti.
Nello scorso mese di dicembre abbiamo deciso di partecipare ad un concorso, di cui abbiamo ricevuto notizia via mail dall’Associazione Valle d’Aosta Trailers; il bando allegato proponeva la realizzazione della nuova immagine grafica del Tor des Géants 2014.
La nostra partecipazione ai concorsi implica a priori un certo lavoro di approfondimento: dall’invito alla presentazione dei progetti verifichiamo sempre le conoscenze del linguaggio da parte dei richiedenti, la tipologia delle figure professionali cooptate, la garanzia di anonimato delle opere, ma anche la composizione della giuria (tale che comprenda membri esperti in comunicazione, eventualmente aderenti alle associazioni del settore), la disponibilità della committenza a fornire risposte e infine (particolare non trascurabile) il valore del premio.
Ora, veniamo allo specifico del concorso per il Tor des Géants.
Abbiamo scelto di partecipare al concorso, a cavallo delle festività natalizie, tralasciando l’approfondimento di cui sopra, considerando la simpatia che nutriamo per il trail e per gli sport di montagna in genere. Abbiamo partecipato anche sulla base della fiducia nell’organizzazione che gestisce un evento della portata del Tor des Géants, noto ormai a livello internazionale.
Il giorno della consegna dei plichi, l’8 gennaio 2014, partiamo alla volta di Courmayeur per consegnare a mano, sigillati in busta chiusa e anonima, i materiali richiesti nel bando: una nuova immagine per il Tor des Géants, impaginata su locandina e una proposta di dépliant pieghevole a 16 facciate, il tutto stampato e montato.
Arriviamo alla sede per la consegna dei materiali alle ore 13,30, con 30 minuti di anticipo sul termine ultimo della consegna segnalato nel bando. La sorpresa è davvero tanta, quando ci rendiamo conto che la sede dell’Associazione Valle d‘Aosta Trailers è chiusa! Non un biglietto, non una segnalazione di un qualche imprevisto.
Il numero di fax che ricaviamo dalla carta intestata ci serve ben poco per comunicare, in quel momento. Aspettiamo e ci guardiamo intorno. Ci viene in mente che conosciamo una persona che vive a Courmayeur e potrebbe aiutarci a rintracciare i responsabili. Ecco che ci comunicano che qualcuno sta arrivando, dobbiamo solo aspettare.
Aspettiamo – ben oltre il termine previsto per la consegna – che arrivino due persone: non una parola, non una scusa, ci sentiamo anche dire che “In fondo, non fa nemmeno così freddo per aspettare” . Un ragazzo prende i nostri plichi e li posa sopra ad altri già ricevuti. “Vi faremo sapere, grazie”. Non ci viene rimessa alcuna ricevuta, nessun tipo di documento scritto, registrato con timbro, data, firma. Pare non esserci nessuna garanzia di anonimato. Alla domanda: “Quante proposte sono state consegnate?”, ci rispondono che sono 5: nessun nome a memoria.
Giungiamo ora alla fine della storia. Al termine dei giorni previsti per la selezione delle proposte, riceviamo, a seguito di nostro interessamento, una mail, firmata dal presidente dell’Associazione, che ci comunica che non è stata selezionata alcuna proposta, perché nessuna risulta pertinente alle richieste dell’Associazione. Altri colleghi non ricevono alcuna comunicazione sull’esito del concorso.
Non è nostra intenzione entrare nel merito delle scelte della giuria designata, ma non possiamo negare di aver vissuto un altro momento di delusione e sconcerto.
E’ giusto sapere che, in un concorso, il grafico, sulla base dei materiali richiesti, realizza già con la progettazione circa l’80% della fornitura, ossia compie fin da subito un investimento considerevole. La retribuzione di questa parte del lavoro ovviamente non è contemplata, anche se esistono committenze particolarmente sensibili che, selezionando gli studi grafici più conformi alle loro aspettative, sono in grado di predisporre fin da subito un minimo contributo alle spese. Questa parte di lavoro rientra nel “rischio di impresa” di ciascuno di noi, rischio che in alcuni casi è ripagato dall’aggiudicazione del premio.
La delusione di cui sopra deriva dunque dal fatto che, a fronte di un rischio d’impresa accettato da 5 soggetti, nessuno di essi è stato premiato.
Riteniamo assolutamente vitale la relazione tra le parti; l’impegno di chi partecipa con serietà ad un concorso è oneroso e chi gestisce i bandi deve esserne consapevole: non vanno trascurati né l’etica né le regole né il buon senso.
Con questa esposizione dei fatti intendiamo rendere pubblica una situazione che è ben radicata anche sul territorio e con la quale, suo malgrado, il grafico troppo spesso si trova ad avere a che fare. Vista la particolare situazione storica che stiamo vivendo, nella quale anche un lavoro a concorso come questo del Tor può essere vitale per la sopravvivenza di un’azienda, l’auspicio è dunque che le amministrazioni e le associazioni o le organizzazioni che si trovano a gestire soldi pubblici negli affidi di incarico non dimentichino i principi dell’evidenza pubblica, della trasparenza, dell’equità, così da contribuire alla crescita delle professionalità.
Distinti saluti
Seghesio Grivon
Tullio Macioce

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