Confermati all’esecutivo gli assessori UV uscenti: alla Fédération autonomiste l’assessorato alle Attività produttive.
E’ stato eletto il nuovo Governo regionale con la conferma degli assessori uscenti dell’UV. Unica novità in Giunta l’entrata di Leonardo La Torre della Fédération Autonomiste all’assessorato alle Attività produttive. Si riparte dunque per la terza volta in tre anni con un Governo tutto autonomista. L’UV perde la maggioranza assoluta con il nuovo asse politico e l’uscita di Perrin e cerca di riappianare le tensioni interne che comunque sono emerse anche in Consiglio con gli interventi dei consiglieri unionisti Fedele Borre e Roberto Vicquéry in difesa della difficile scelta fatta dal collega Perrin, di fronte all’invito del capogruppo unionista Guido Césal, che aveva invitato lo stesso Perrin a dimettersi. Affermazione questa che ha scatenato le ire di Forza Italia e Arcobaleno. In serata, infine, convocata dal Luciano Caveri, si è riunita la nuova Giunta autonomista. Caveri ha delegato Alberto Cerise, assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, a sostituirlo in caso di assenza. Nel nuovo esecutivo sono stati confermati gli assessori uscenti Giuseppe Isabellon (Agricoltura, e Risorse naturali); Aurelio Marguerettaz (Bilancio, Finanze, Programmazione e Partecipazioni regionali); Teresa Charles (Educazione e Cultura); Antonio Fosson (Sanità, Salute e Politiche sociali); Alberto Cerise (Territorio, Ambiente e Opere pubbliche); Ennio Pastoret (Turismo, Sport, Commercio e Trasporti). Leonardo La Torre, della Fédération Autonomiste, assessore alle Attività Produttive e Poilitiche del lavoro, è la “new entry”.
E’ stato un lungo pomeriggio quello di ieri per il Consiglio regionale caratterizzato da una discussione che non ha risparmiato, come era prevedibile, all’UV forti critiche dai movimenti di minoranza: Casa delle Libertà, Arcobaleno e DS. L’accusa arrivata da più parti è quella di aver confuso in poche parole il Consiglio regionale con un organo dell’UV quale il Conseil Fédéral o il Comité. Per i DS la rottura che li ha poi portati, dopo 14 anni di collaborazione e risultati, così come detto da Giulio Fiou, ad occupare i posti dell’opposizione, sarebbe stata causata da una crisi interna all’Union e dal suo atteggiamento arrogante. ?Noi chiedevano solo quanto è stato concesso a Stella Alpina – ha continuato Fiou – questo periodo politico non sarà ricordato per la sua qualità. Non vedo alternative solide che abbiano un progetto politico che vadano al di là delle elezioni politiche?.
Il consigliere di Forza Italia Tibaldi ha evidenziato i problemi irrisolti ancora acuti quali i temi dello sviluppo, del lavoro, del Casinò. Per il collega di partito Dario Frassy sarebbe mancata invece una ?riflessione politica e il programma presentato sarebbe solo una fotocopia dei precedenti e dunque debole?. Insomma la lunga discussione sul programma è stata in realtà un batti e ribatti di accuse e malumori, sia rispetto alla nuova maggioranza sia ad un programma riassunto in 24 pagine divise in capitoli poco efficace secondo l’Arcobaleno, Casa delle Libertà e Ds. Polemiche sulla quali Caveri non si è voluto soffermare, dando brevi risposte ai quesiti emersi in fase di discussione.