Il tempo passa…ma le istituzioni non rispondono

16 Novembre 2009
Egregia direttore/direttrice,
come ben lei ricorderà a fine settembre inviavamo in maniera tranquilla e costruttiva specifica richiesta al Presidente della Giunta e all’Assessore Salute e Politiche sociali nel merito del riconoscimento del tempo dedicato al cambio divisa del personale infermieristico; l’08 novembre abbiamo sollecitato nuovamente l’Assessorato via Fax….ma intorno a noi è rimasto solo un freddo ed assordante silenzio.

In questa Valle (in cui sono nato e cresciuto) mi hanno educato allo spirito dell’Autonomia regionale, della vicinanza della dirigenza politico/amministrativa ai suoi cittadini. Mi hanno insegnato che la Regione Autonoma Valle d’Aosta non era (come dicono oggi in tanti) una regione di “privilegiati”, ma una Regione con una sua storia, un specifico territorio e dei suoi valori fondanti tra cui il massimo rispetto per tutti i valdostani. Or bene oggi mi trovo ad essere un po’ confuso in quanto valdostano. Ho scritto  (mi pare in italiano fluente) una specifica richiesta facendo riferimento a normativa e sentenze della Suprema Corte, l’ho indirizzata alle massime autorità locali con la speranza di vedere applicato nel concreto tutte le belle parole che descrivono l’Autonomia valdostana.

All’epoca del Decreto Brunetta (DL 112/2008) l’Autonomia ha permesso di creare una legge regionale all’uopo per rispondere ai bisogni dei colleghi valdostani che lavorano nell’Amministrazione regionale, i sanitari non potevano e non possono giovarne in quanto dipendenti del SSN. Oggi gli infermieri stanno chiedendo di intervenire in analogia alla Lombardia (regione a statuto ordinario) o quanto meno di essere considerati dando una risposta positiva o negativa che sia; perché l’arma migliore per “annientare” un soggetto (persona o organizzazione) è la totale indifferenza. 
Di recente sono stati pubblicati i redditi dei dirigenti medici con  la sorpresa un po’ di tutti i non addetti ai lavori. Premesso che i medici italiani hanno una retribuzione media inferiore a quella dei colleghi europei, credo sia doveroso sottolineare che oggi un infermiere neolaureato non possa far leva motivazionale sulla sua retribuzione in quanto il suo stipendio lordo annuo si aggira intorno ai 26.000 euro; in Valle d’Aosta poi bisogna tener conto che l’indennità di bilinguismo non  è computata ai fini pensionistici per gli operatori dell’Azienda USL, mentre lo è per i colleghi regionali.
Ne deriva che un infermiere turnista (mattino,pomeriggio,notte) responsabile dell’assistenza infermieristica generale e corresponsabile nell’assistenza alle procedure terapeutiche e diagnostiche, oggi guadagna circa 1700 euro mensili netti (circa 300 euro in più di un O.S.S. – suo valido e stretto collaboratore nel fornire assistenza ai pazienti), a fronte di una media di 160 ore mensili. Facendo i conti della “serva”, ovvero dividendo lo stipendio netto con le ore lavorate otteniamo che un infermiere laureato viene pagato circa 11 euro all’ora. Volendo estremizzare il confronto, ma taluni validissimi colleghi più anziani si sentono così considerati, potremmo affermare che stante le responsabilità professionali acquisite oggi un infermiere viene retribuito meno di un operaio edile.

La professione infermieristica non si sceglie più “per pura vocazione religiosa”, ma ho l’impressione (stante questo silenzio annichilente delle istituzioni locali ) che la logica che si voglia continuare a perseguire anche in Valle d’Aosta è quella di far leva solo e soltanto sul fondamentale (ma ormai non più sufficiente) spirito motivazionale intrinseco dell’essere infermiere. Teniamo conto che la richiesta del tempo camice è solo un’infinitesima parte di quanto in realtà gli infermieri meriterebbero oggi…..
                                                         
Cordialmente
Referente Nursing Up_Valle d'Aosta

Inf. Giovan Battista De Gattis

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