Incendio alla Cogne, nessuna ricaduta ambientale

29 Novembre 2018

Poco più di venti minuti, ma l’incendio di sabato scorso, 24 novembre, che ha interessato il reparto “Colata continua” della Cogne Acciai Speciali non è sfuggito a nessuno, neanche agli occhi più distratti.

E non è sfuggito all’Arpa – l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente -, mobilitatasi subito per effettuare i primi rilievi all’interno e all’esterno dello stabilimento industriale.

Rilievi che non hanno prodotto risultati significativi, come ha spiegato questa mattina all’Osservatorio del Comune di Aosta sulla Qualità dell’aria la dottoressa Claudia Tarricone: “I parametri riscontrati – spiega riferendosi a quelli all’interno dell’acciaieria – sono stati tutti inferiori al limite di rilevabilità dei nostri strumenti. Una presenza estremamente bassa, non vicina ai ‘valori limite’, di poco superiore rispetto a quella che troviamo in condizioni normali”.

Non dissimile la situazione esterna allo stabilimento: “Abbiamo fatto un rilevamento delle polveri sospese – prosegue Tarricone – che sono rimaste in quota, a circa 1800 metri. Polveri poi diffuse nell’atmosfera, ripulita in seguito nella domenica pomeriggio con i residui lavati via dalla pioggia serale”.

Nel dettaglio, spiega ancora Tarricone: “Nel particolato pm10 e pm 2,5 non c’è nessuna variazione significativa rispetto alle concentrazioni di questo periodo e di questi giorni.

Stessa cosa per le misure di NO2 che effettuiamo sulla piana di Aosta. Le concentrazioni di inquinanti tipici della qualità dell’aria non hanno avuto grossi cambiamenti, non c’è stato impatto dei fumi ricaduti sulla città di Aosta”.

Due i motivi a monte, stando ai dati Arpa: la scarsa durata dell’incendio e la non immediata ricaduta al suolo delle sostanze – dovuta alle condizioni meteo -, portate invece verso l’alto.

Arpa resta però vigile, perché nuovi elementi di valutazione sono attesi per la settimana prossima: “I dati di alcuni inquinanti, come gli Idrocarburi policiclici aromatici – prosegue ancora la funzionaria – saranno disponibili tra una settimana. Non ci aspettavamo l’aumento immediato di grossi inquinanti, ma dobbiamo porre attenzione sui micro-inquinanti dovuti alla combustione, dati che sono ancora in fase di analisi”.

I dettagli del guasto alla Cogne

A fare una prima analisi di ciò che è accaduto sabato alla “Colata continua” ci pensa Ettore Bordon, Responsabile del servizio di prevenzione e protezione dello stabilimento: “Si ipotizza – ha spiegato – che l’incidente sia dovuto ad non perfetto allineamento del cassetto con la siviera, con l’acciaio fuoriuscito da dove non avrebbe dovuto”.

Da qui il contatto con altro materiale e le fiamme: “È stata attivata la manovra di emergenza – prosegue Bordon – e l’acciaio invece di scendere verticalmente ha avuto una fuoriuscita laterale bucando la torretta. È bastato pochissimo, con l’acciaio a 1400 gradi, perché si incendiasse l’olio da cui il fumo nero che si è sviluppato. Il foro che si è creato è già stato riparato, e stiamo già migliorando tutta la protezione attorno alla torretta coinvolta in maniera anomala da questo incendio”.

Un’anomalia, non un problema di sicurezza

Bordon parla di una “anomalia”, e per sostenerlo snocciola qualche dato sugli ultimi anni alla Cogne Acciai Speciali: “Lo stabilimento produce una media di 1800 colate continue l’anno – spiega -, e dal 2006 ad oggi ne sono state fatte 21mila 600, e solo tre manovre di emergenza”.

Anche qui il Rspp della Cogne rassicura: “Ogni incidente viene attentamente analizzato, ed in seguito si lavora perché il problema non proponga più. Nel 2010 indice di frequenza degli infortuni di 76, con 130 infortuni l’anno. Nel 2017 sono stati invece 34, nessuno dei quali grave, e, dai dati di agosto 2018 siamo a 20”.

Il foro creatosi nella “colata continua”
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