La Veillà di Sant’Orso (r)esiste ancora?

31 Gennaio 2025

I valdostani non lo sanno o non se ne rendono conto, ma Aosta possiede la notte bianca più antica di sempre, la millenaria Veillà di Sant’Orso. Nata per necessità, la Veillà era il naturale prolungamento della Fiera per chi, venuto dalle tante valli laterali valdostane e dovendo presenziare per due giorni nel capoluogo, faceva prima a fermarsi in città anziché rientrare a casa per poi dover fare ritorno in centro il giorno dopo. Complici le temperature ormai molto più miti, la Veillà non punge più come quando ci si stringeva nelle cantine aostane per tenersi al caldo fino al giorno dopo, ma con il tempo si è trasformata, diventando spesso anche un ottimo trampolino di lancio elettorale.

Veillà 2025

Non è una novità che la Fiera sia un momento anche politico e non stupisce che nelle cantine ci si imbatta in politici più o meno di spicco che stringono mani, si versano del vino o “pontificano” sul futuro della patria valdostana, ma è un fenomeno relativamente giovane che ci siano cantine o ritrovi dichiaratamente schierati con partiti e movimenti. Cantine e sedi politiche aprono alla Fiera con l’intento di trascorrere una serata in amicizia e divertimento, all’insegna della tradizione, ma sempre e comunque sotto il segno di appartenenza politica: è così che la Lega Vallée d’Aoste ha aperto le porte della sua sede in via De Tillier per un incontro anche con il vicesegretario federale Andrea Crippa e si prepara al pranzo di oggi nella cantina di via des Prés-Fossés; il Rassemblement Valdotain si è riunito, come già lo scorso anno, da Bionaz in via Antica Vetreria, zona Arco di Augusto, per festeggiare con cotechino, vin brûlé e musica.

La sinistra valdostana, o parte di questa, quella appartenente a Valle d’Aosta Aperta, si è data appuntamento nella sua sede di piazza Cavalieri di Vittorio Veneto per una serata organizzata dalla sezione giovanile del gruppo. E mentre le varie fazioni politiche si ritrovano più o meno esplicitamente, vagano i réunionisti, forse perché, siccome tradizionalmente le cantine sono piccole, non ce ne sono in grado di contenerli tutti insieme. I nuovi unionisti, riuniti sotto lo stesso trionfale leone rampante di sempre si disperdono, qui e lì, in cantine note e meno note, pronti a “evangelizzare” nel caso ci fosse l’occasione. A questi ritrovi si aggiungono anche quelli delle associazioni filantropiche come Lions, Soroptimist e via dicendo, che, nonostante non siano schierate politicamente, radunano attorno a loro personaggi del mondo di piazza Deffeyes da sempre.

Veillà 2025

Se la politica utilizza la Fiera, in una rincorsa a chi è più legittimato a festeggiarla e a onorare il Santo dei sabots, la società trova anche altre soluzioni alle cantine più blasonate in cui entrare non sempre è facile e immediato: in via sant’Anselmo la fa da padrone la ex Gamolle, che da anni accoglie tutti i naufraghi della lunga notte cittadina, proponendo musica commerciale e italiana e molto spazio, mentre sotto il palazzo del Savt di via Carrel, dà spettacolo la band Skarlett che ha fatto dei garage sotterranei paralleli alla stazione il suo palco scatenando l’energia di tantissime persone accorse per ascoltare la musica ska in quella che da anni è stata ribattezzata “la cantina dello ska“.

Altra tappa fissa della notte di Sant’Orso, la sede del coro Penne Nere, che ha cambiato location per finire in via Edouard Aubert, vicino alla chiesa di Santa Croce e dare spazio dalla mattina ai tanti che sono passati a mangiare, bere e cantare con lo storico gruppo aostano.

Ciò che rimane della Veillà, oltre all’odore di vin brûlé che presto la mattina ancora impregna le antiche mura di Aosta è il sentimento che, forse, la politica che si invita ai festeggiamenti più lunghi della Valle possa essere parte di questo fascino che la Fiera porta con sé.

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